Fienile a fuoco a Visome, ipotesi dolosa

I proprietari hanno notato un giovane fuggire nei campi dopo lo scoppio dell’incendio, salvate dalle fiamme nove capre

BELLUNO. «Stavamo scendendo al fienile in macchina, io e mio marito, allertati da quella alta colonna di fumo e abbiamo visto quel ragazzo scappare nei campi: non lo conosciamo, ma altri testimoni lo hanno riconosciuto. Quando siamo arrivati al capanno ormai non c’era più nulla da fare: le fiamme erano già alte, impossibile spegnerle, abbiamo solo fatto in tempo a salvare le nostre caprette».

Sono ancora visibilmente scossi mentre riferiscono ai carabinieri quanto accaduto i coniugi Canton, proprietari del fienile a Visome che ieri pomeriggio è andato completamente distrutto in un grosso incendio, sprigionando nell’aria una densa colonna di fumo, a lungo chiaramente visibile anche dal capoluogo e da diverse località della sinistra Piave.

L’allarme è scattato poco prima delle 15, quando diverse telefonate giunte al centralino dei vigili del fuoco riferivano di un incendio sprigionatosi in un’area rurale a Visome, lungo la stradina che dalla chiesa scende fino a una vasta area agricola. Fiamme che hanno letteralmente ridotto in cenere i circa 30 metri quadrati di un capanno colmo di fieno, avvolgendo per diversi minuti nel fumo anche buona parte della frazione.

 

Sul posto quattro mezzi dei vigili del fuoco, costretti a ripetuti viaggi in centro al paese per riempire le autobotti e alimentare le manichette con le quali per oltre due ore si è tentato di estinguere l’incendio. Completamente distrutta la struttura in legno e ferro del fienile, mentre la prontezza dei proprietari ha evitato conseguenze alle nove caprette che erano custodite nel capanno e portate a pascolare in una vicina radura, protetta dal fumo.

«Ma come si fa, per fortuna non si è fatto male nessuno», allarga le braccia la signora Canton mentre osserva sconsolata il marito Pasqualino e il fienile ancora avvolto dalle fiamme.

Un intervento protrattosi fino a ieri sera quello dei pompieri, che durante il complesso smassamento del fieno hanno dovuto fronteggiare a più riprese i numerosi focolai rimasti “vivi” nonostante l’abbondante utilizzo di acqua pressurizzata. Operazioni di messa in sicurezza terminate infatti solo intorno alle 22, mentre le indagini avviate dai carabinieri di Belluno sulla base della ricostruzione dei fatti fornita dai coniugi Canton e dai testimoni che per primi avevano notato la densa colonna di fumo e il giovane fuggire nei campi, avrebbero già nel tardo pomeriggio di ieri permesso di identificare il presunto responsabile del rogo.

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