Fienile di famiglia distrutto dall’uragano «Sistemarlo non è facile: il terreno frana»

SAN PIETRO DI CADORE. «Purtroppo il mio fienile è ancora lì, diroccato, devastato, quasi mangiato dalla furia delle acque del Piave. E le prospettive di poterlo ricostruire rapidamente non sono rosee».

Sergio De Zolt Ponte abita, con la moglie Anita De Zolt, due case a fianco di quella di Anna Maria Benini. La sua abitazione, un anno fa, non subì danni, ma venne ugualmente evacuata anche perché ancora più vicina al Piave dell’altra. Invece quella notte sparì quasi completamente il suo fienile, sul lato opposto, sulla riva destra del Piave. Un fabbricato di famiglia che, con fatica e sacrifici, e dopo 40 anni di duro lavoro trascorsi a Milano, Sergio (67 anni) aveva completamente ristrutturato; che era raggiungibile da una passerella, anche questa travolta dalle acque, e di cui rimane ancor oggi visibile solo qualche muro diroccato ed un pratino verde, perfettamente rasato, che contrasta con la distruzione intorno.

«Ci ho lavorato dal 2008 al 2011 – ripensa Sergio – ed ora non resta più niente. Sono stati giorni tremendi, senza luce, senza telefoni, con la paura che il disastro potesse ripetersi ed attaccare anche la nostra casa. Siamo dunque andati a dormire da nostra figlia, ma appena possibile siamo tornati a vivere qui, perché questa è la nostra casa».

Ed il fienile?

«A distanza di un anno il muro di contenimento del Piave è fatto, stanno anche ripristinando una scogliera di grossi massi, ma sempre sulla sinistra del Piave. Dall’altra parte, quella destra, mi impediscono di ricostruire il fienile perché c’è poca terra ed è grande il rischio che frani tutto di nuovo».

Quindi cosa pensa di fare?

«Dobbiamo aspettare il prossimo anno e vedere se mettono mano ad una scogliera anche dall’altra parte, così da mettere in sicurezza la zona. A quel punto dovrei poter ristrutturare l’edificio, anche se noi non abbiamo diritto ad alcun rimborso trattandosi solo di un fienile e non di una casa». —

S.V.