Figlio scompare, c’è la denuncia
BELLUNO. Sparisce il figlio di Ismar Mesinovic e la mamma presenta una denuncia di scomparsa alle forze dell’ordine.
Si fa più complicata la storia che ruota intorno al 37enne bosniaco Mesinovic morto in Siria nel gennaio scorso in circostanze ancora tutte da chiarire e su cui sta indagando l’Antiterrorismo veneto insieme con i carabinieri.
Il piccolo ha poco più di due anni e manca da alcuni mesi. La mamma, una donna di origini cubane, aveva sposato Ismar circa tre anni fa e da lui aveva avuto un figlio. A Ponte nella Alpi, fino a qualche tempo fa vedevano spesso la ragazza con il piccolo nel passeggino girare per il paese. Poi un giorno si viene a sapere che i due si sono separati, che la mamma è tornata per qualche tempo a Cuba, mentre il papà è andato forse in Germania forse a casa a Doboj in Bosnia. Passa il tempo: Ismar muore in Medio Oriente, mentre ricompare la moglie, ma senza il bambino. E nei giorni scorsi è arrivata la denuncia di scomparsa. Le indagini, quindi, ora sono due: quella relativa alla morte di Mesinovic e quella che ruota intorno alla scomparsa del piccolo.
Intanto si cerca di capire chi fosse Mesinovic e come e in che circostanze sia morto in Siria. Secondo quanto riferisce Anass Abu Jaffar il fondatore de “La scienza del Corano” e nel cui profilo Facebook aveva dato la notizia della scomparsa del giovane, «che si sia fatto esplodere è una grandissima cavolata, perché ho le immagini del fratello morto (cioè Mesinovic, ndr) con altri fratelli morti e si vede il volto e il corpo. Uno che si fa saltare in aria non rimane la sua testa e il suo corpo», precisa Jaffar facendo capire di avere quindi un video di Mesinovic. Intanto la comunità islamica bellunese si sente al centro dell’attenzione, dopo questa vicenda.
Ismar Mesinovic, che faceva l’imbianchino, era arrivato nella provincia di Belluno nel 2005. Aveva lavorato un po’ in Alpago, poi era sceso a Ponte nelle Alpi dove era stato assunto nell’azienda di Gino D’Incà. Lì era rimasto due stagioni e poi se n’era andato per aprire una sua attività. Nel frattempo si era sposato e aveva avuto anche un figlio. «Mi parlava tantissimo del figlio, ci teneva tantissimo a lui», dice D’Incà che descrive Mesinovic come una persona un po’ schiva, ma capace nel suo lavoro. «L’avevo incontrato la scorsa primavera, poi quando ho saputo che era morto sono rimasto sorpreso».
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