Filmava le donne sotto le gonne
Usava una valigetta con telecamera nascosta: professionista denunciato
BELLUNO
. Le gambe delle donne le filmava con la valigetta: un gioco da ragazzi, difficile da notare. La telecamerina era nascosta all’interno: bastava stare in basso sulla scala mobile per filmare di tutto, sotto le minigonne, con slip o senza, a Belluno come in Francia. Le gambe (e altro soprattutto) delle donne sono costate una denuncia a un libero professionista 45enne: in casa la Squadra Mobile gli ha sequestrato un archivio incredibile.
Le ipotesi di reato a carico di questo contemporaneo Bertrand Morane (l’ingegnere di Truffaut protagonista del film “L’uomo che amava le donne”, ma che non le filmava di nascosto), sono ancora tutte da definire, ma gli inquirenti si orientano verso il reato di molestie e violazione della privacy. Decine e decine le donne riprese a loro insaputa, e nelle parti più intime: a colpire l’immaginazione del professionista sarebbero state le gambe e qualcosa d’altro, nascosto dagli indumenti, talora anche in assenza di un vero indumento intimo.
A lui (che a differenza del personaggio di celluloide, sarebbe un architetto) gli uomini della Mobile guidati dal vicequestore Mauro Carisdeo sono arrivati seguendo la pista indicata da una donna che aveva avuto il sospetto di essere stata immortalata «sotto la gonna». La donna aveva presentato una denuncia e le indagini hanno colto nel segno: il blitz è scattato qualche giorno fa, con l’uomo colto in flagranza mentre usava la sua «cartella» come una cinepresa. E’ quindi seguita la perquisizione al domicilio e qui gli uomini della squadra mobile hanno ritrovato un archivio gigantesco di gambe di donne e parti più intime, persone in minigonna o senza slip, sulla scala mobile come in negozio, in provincia come Oltralpe.
Tutto schedato il materiale conservato nel Pc, per luoghi, ma anche professione delle malcapitate riprese. Decine di donne che ora la polizia cercherà di rintracciare: l’indagine è appena iniziata, perchè saranno da sezionare gli archivi sequestrati a casa dell’uomo, cioè hard disk, cd rom e chiavette Usb. E’ il secondo caso che viene scoperto in provincia: nel primo il materiale veniva pubblicato sul web.
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