Finisce la tutela dei lupi, il Veneto esce da Wolfalps
In regione 15 esemplari, meno di 5 in provincia, 8 le predazioni presunte in 4 anni. Martedì installate le prime due recinzioni speciali acquistate con i fondi europei
BELLUNO. Otto presunte predazioni e una colonia che potrebbe non superare le cinque unità. Sono questi i numeri dei lupi nel bellunese, eppure il lupo fa paura come nel Medioevo, tanto che il consiglio regionale del Veneto, con una maggioranza di 26 voti, ha dato mandato alla giunta Zaia di uscire dal progetto europeo Life Wolfalps. Il protagonista dell’operazione è Sergio Berlato, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ma prima di ogni altra cosa, cacciatore. Secondo Berlato e chi lo ha appoggiato, il progetto Wolfalps è costato troppo e non ha tutelato gli allevatori, ma i dati riportati da Andrea Zanoni, consigliere del Pd, sono ben diversi. Berlato parla di un costo di 6 milioni di euro, cifra che in realtà corrisponde allo stanziamento complessivo a livello europeo per gli anni dal 2013 al 2018.
La Regione Veneto, come riportato dall’assessore Giuseppe Pan, in realtà finora ha speso 130 mila euro per il cofinanziamento di progetti che hanno portato a Venezia 430 mila euro di fondi europei. Qualcosa però non ha funzionato, forse non a caso come temono sia Zanoni che Legambiente, visto che i risarcimenti agli allevatori, prima e principale garanzia data dal progetto Wolfalps, sono sempre arrivati con tanto, troppo ritardo, scatenando le ire degli allevatori. Anche il numero di richieste di indennizzo, tuttavia, appare importante se rapportato alla presenza accertata di lupi nel Veneto. Le predazioni denunciate, infatti, sono state oltre 1.700 a fronte di 15 lupi, secondo una stima per eccesso: «Gli stessi consulenti della Regione hanno attestato che i lupi in Lessinia non sono migliaia, sono sei, altri quattro o cinque sull’altopiano di Asiago, una coppia sul Grappa e una sul Col Visentin nel Bellunese. In totale quelli accertati con analisi sono 12, al massimo arriviamo a 15», spiega Zanoni.
Eppure il timore è che quei 15 lupi si moltiplichino a dismisura, tanto che l’assessore Pan vorrebbe addirittura sterilizzare le femmine. L’obiettivo di Berlato, invece, è aprire i piani di abbattimento selettivo, rendendo di fatto cacciabili i lupi veneti.
Nel frattempo, proprio martedì, sono stati montati due recinti speciali anti lupo, acquistati grazie ai fondi Wolfalps. I recinti proteggeranno due aziende agricole di Valmorel, ma nei prossimi giorni la polizia provinciale ne installerà altri nelle zone di maggiori segnalazioni: la dorsale del Visentin e la zona di Livinallongo e Cortina, oltre al Grappa. In questi anni i fondi Wolfalps hanno permesso alla polizia provinciale di specializzarsi anche in un altro ambito: a Belluno, infatti, è stata costituita una squadra con due unità cinofile addestrate ad individuare i bocconi avvelenati. In Provincia c’erano già cani anti esplosivi, ma i cani comprati con Wolfalps stanno portando il nucleo cinofilo bellunese a lavorare in tutto il Veneto.
Tutto questo finirà a breve e pare che uscire dal progetto comporti anche la restituzione dei soldi spesi finora.
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