Finora censiti 5 mila cervi nel Bellunese, duemila potrebbero essere abbattuti

Sugli abbattimenti la Provincia di Belluno rassicura: «Animalisti tranquilli, le norme sono severe»
- La famiglia di cervi ospitata nei grandi recinti del Vincheto
- La famiglia di cervi ospitata nei grandi recinti del Vincheto

BELLUNO. Lo sapevate che il primo giugno è la data, statisticamente convenzionale, del picco di nascite degli ungulati, caprioli e cervi in particolare? E lo sapevate che le temperature piuttosto basse di questi giorni, nonché le precipitazioni, se possono influenzare negativamente i parti, al tempo stesso li tutelano? Il motivo è presto spiegato: i prati non vengono segati in condizioni come queste, per cui i piccoli di cervo o di capriolo non rischiano di essere anch'essi “segati” dalle motofalciatrici degli agricoltori.

Ecco, dunque, che il popolo delle terre alte in queste ore è in fibrillazione. Gli imprenditori agricoli come Stefano Ghidina di Cortina ed Egidio De Zaiacomo di Livinallongo perché gli animali stanno crescendo a dismisura e creano problemi alle loro proprietà. Gli animalisti perché la caccia di selezione irromperà in misura maggiore che negli anni scorsi.

I dati, infatti, dimostrano che la popolazione di cervi - per citare solo una specie - è in aumento esponenziale. Lo certificano i dati del censimento promosso dalla Provincia ed effettuato in collaborazione con i cacciatori: 282 i cervi rintracciati in Alpago, 1.224 in Aldo Agordino, 221 in Basso Agordino, 455 in Centro Cadore, 196 in Comelico e Sappada, 146 nel Longaronese, 450 nel Medio Agordino, 311 nella Sinistra Piave, 284 in Val Ansiei, 230 in Valbelluna, 1.249 in Valboite. In totale 5.048 cervi. Ma il censimento non è completo.Sono allo studio, infatti, altre 550 schede che riguardano l'area di Cismon, la Destra Piave, il monte Grappa, il monte Avena e le Vette Feltrine, la Val di Zoldo. E poi, in ogni caso, la conta è stata fatta in primavera. Mancano, dunque, le nascite di questi giorni.

I contadini protestano perché sono troppi. E perché la Provincia sarebbe contraria a puntuali pratiche di abbattimento. «Non accettiamo queste critiche, perché i piani di abbattimento sono stati puntualmente realizzati e, comunque, tengono conto di tutta una serie di parametri indicati dall'Ispra, l'Istituto statale per la protezione degli animali», spiega Loris Pasa, il funzionario che in provincia si occupa del settore. In base alle linee guida dell'Ispra, possono essere abbattuti il 30% dei cervi sotto l'anno di età, il 35% dei maschi superiori ad un anno e il 35% delle femmine. L'anno scorso gli abbattimenti in provincia di Belluno sono stati 1690, pari al 78% di quelli consentiti. Nel 2012 la caccia aveva colpito 1.967 cervi, nel 2013 1.862, nel 2014 1.690. Quest’anno, al momento, potrebbero essere abbattuti 1.700 ungulati, ma, come detto, il censimento non è ancora terminato. «Come sanno i responsabili e i cacciatori delle riserve che ci coadiuvano, le norme da rispettare sono severissime. Quindi gli animalisti non hanno nulla da temere».

Ma perché finiscono sotto il tiro delle doppiette anche i cuccioli? «Per la semplice ragione», sottolinea Pasa, «che comunque soccomberebbero alle malattie e alla morte naturale. La caccia di selezione, in questo senso, migliora la qualità della specie».

Ma secondo gli abitanti di alcune valli i cervi sono ben più numerosi dei numeri individuati. Nel solo Cansiglio, ad esempio, ce ne sarebbero stati 3 mila solo tre anni fa. «Può essere che qualche soggetto non venga censito, ma le operazioni di verifica», spiega Pasa, «sono puntuali».

Il territorio provinciale è stato suddiviso in 118 percorsi. Altrettanti equipaggi di guardie provinciali e cacciatori vengono martellati contemporaneamente e per quattro volte. Martellati di illuminazione attraverso fari portali che consentono appunto i conteggi. Ben 600 i chilometri di copertura, con più di 400 persone. «Il censimento», ricorda Pasa, «viene effettuato al cosiddetto “primo verde”, quando gli animali si presentano insieme ai primi pascoli».

Recentemente si è tenuto un convegno a Trichiana ed i rappresentanti della provincia di Trento hanno presentato dei dati che, al confronto con quelli del Bellunese, dimostrano una densità di ungulati ben maggiore dalle nostre parti. In base ai risultati del nuovo censimento, dunque, sarà programmata la prossima caccia, da settembre.

Sono in corso, intanto, i censimenti delle altre “popolazioni”': i caprioli e i mufloni in queste settimane, in luglio il camoscio, i galli forcello, le coturnici e gli altri tetraonidi in agosto. E gli orsi? «No, al momento non ne abbiamo censiti», ammette Pasa, rassicurando. E informando, tra l'altro, che gli ultimi erano “vegetariani” e, pertanto, non provocando danni vistosi, diventano invisibili. Vegetariani nel senso che si nutrono di piante, di erbe, anche se vanno ghiotti di miele (e di arnie) come nel caso di M4.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi