Fiori alla Petacci in piazza dei Martiri
BELLUNO. Appaiono, scompaiono, tornano per poi sparire di nuovo. Sono solo pochi mazzi di fiori, eppure portano scompiglio nella tranquilla quotidianità di piazza dei Martiri. Un nome, quello assegnato al Campedel dopo la Resistenza, che stona con quello a cui i fiori sono dedicati: Claretta, che morì il 28 aprile 1945 in uno dei giorni più intensi della storia recente del Paese.
Il caso Petacci, esploso alcuni giorni fa dopo la controversa battuta del comico Gene Gnocchi, arriva anche a Belluno. Alcuni mazzi di fiori sono stati posizionati insieme alla fotografia della lapide di Claretta Petacci su uno dei lampioni di piazza dei Martiri. Non uno di quelli su cui il 17 marzo 1945 vennero impiccati quattro partigiani; la collocazione è più nascosta, verso la fontana.
Ad accorgersi della loro presenza è Alberto Riva, professore universitario, che denuncia l’omaggio all’amante di Benito Mussolini. «Mi avevano segnalato la presenza di questi fiori domenica» spiega Riva, «e anche che erano stati rimossi. In tarda serata sono passato per la piazza e li ho visti ancora lì. Allora ho interessato l’amministrazione comunale». La mattina dopo i fiori sono al loro posto, accompagnati dalla foto della tomba della Petacci (su cui compare solo il nome, Claretta, e le date di nascita e di morte). Ci rimangono per poco. Prima di pranzo il foglio di carta con la foto della tomba viene rimosso mentre i fiori vengono lasciati lì. A portare via la foto della tomba è stata la polizia locale, che ha ricevuto una segnalazione. Si redige un verbale al quale viene allegata la foto in attesa di capire come procedere. Si valutano diverse ipotesi, compresa quella di visionare le telecamere di sorveglianza che abbracciano la piazza.
Non occorre andare molto lontano, dato che l’autrice del gesto lo ha condiviso su Facebook. E, raggiunta telefonicamente, spiega: «Mi dispiace essere stata fraintesa» commenta Titti Monteleone, storica attivista schierata a destra, «il mio voleva essere un gesto d’amore». La Monteleone spiega di aver agito già qualche giorno fa, dopo l’episodio di Gene Gnocchi. Un omaggio al quale altre persone hanno poi portato il loro contributo. «Quando ho saputo che la foto era stata tolta, l’ho rimessa» ammette candidamente, «e continuerò a farlo». «Noi seguiteremo a toglierli» ribatte il vicesindaco Lucia Olivotto, «lo trovo un gesto di cattivo gusto. Quel luogo non è adatto ad altarini». Ieri pomeriggio i fiori erano tornati al loro posto per poi scomparire definitivamente in serata. «Se il problema è il posizionamento in piazza, posso anche spostarli» commenta la Monteleone, «la mia non voleva essere una provocazione».
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