Firmato l’accordo, la Ferroli di Alano chiude

Buonuscita di 9.600 euro e aiuti per riconvertirsi nell’occhialeria o nell’assistenza.Poi dal 24 settembre tutti licenziati
ALANO DI PIAVE. Una “buonuscita” di 9.600 euro a testa e una serie di incentivi per riqualificarsi magari nel settore dell’occhialeria o per mettersi in proprio, ma dal 25 settembre tutti definitivamente a casa. La firma apposta giovedì a Roma al ministero dello Sviluppo economico sull’accordo già raggiunto nei giorni scorsi da sindacati e proprietà definisce la sorte dei 110 lavoratori della Ima Ferroli di Alano: il 23 settembre per loro finirà la cassa integrazione straordinaria e subito dopo saranno tutti licenziati.


Nessuno festeggia, tra i lavoratori e i sindacati, per l’accordo che pur garantendo un aiuto ai lavoratori sancisce comunque la fine di ogni prospettiva per la Ferroli di Alano. Al tavolo di Roma la proprietà e i sindacati torneranno per discutere degli altri stabilimenti di San Bonifacio e di Cansole d’Elsa, dove i tagli saranno pesanti e dove comunque si parla solo di esuberi e non di piani di rilancio. Ma ad Alano la corsa è finita.


«I contenuti dell’accordo sono modesti», allarga le braccia Paolo Agnolazza, della Fim Cisl, reduce dal tavolo ministeriale, «non possiamo dire di aver fatto un grande accordo, perché con un’azienda che è in applicazione di un concordato non ci sono tanti margini di spesa».


Un po’ di sostanza, in ogni caso, i 110 lavoratori di Alano l’hanno portata a casa: «L’accordo», dice Agnolazza, «prevede che chi non si aggancia alla pensione nei prossimi due anni di disoccupazione uscirà con una buonuscita di 9.600 euro di incentivo all’esodo. Durante i primi sei mesi dopo la fine del rapporto di lavoro – e dal 24 settembre saranno tutti in mezzo alla strada – l’azienda è a disposizione per continuare le attività formative che facciamo da più di un anno per la ricollocazione dei dipendenti, tanto che è stato rinnovato l’incarico specifico alla società Uomo Impresa».


«Nell’ultimo anno», sottolinea Agnolazza, «sono stati impegnati 75 dipendenti in questa attività di formazione per sviluppare le proprie capacità o per apprendere le tecnologie del settore dell’occhiale, che offre ancora delle prospettive occupazionali nel Basso Feltrino. Abbiamo informato anche l’assessore regionale Donazzan, che ha sempre seguito personalmente la vicenda Ferroli, e la Regione si è impegnata a partecipare con un contributo economico per migliorare l’offerta formativa».


La Ferroli, spiega poi il sindacalista, mette a disposizione ulteriori trattamenti economici: «Se un lavoratore non trova una attività formativa interessante tra quelle proposte ma ne trova una per conto suo, presentando la documentazione avrò un contributo che coprirà fino ad un massimo di 3 mila euro di spese. Saranno in parte riconosciuti anche in caso di eventuali tirocinii gratuiti. Se invece è in disoccupazione e decide di aprire una attività in proprio e chiede il riscatto all’Inps del trattamento di disoccupazione, anche l’azienda partecipa al sostegno di questo avvio di attività con altri 3 mila euro aggiuntivi ai 9600 euro».


Una spinta verso la creazione di piccole imprese che ha un motivo preciso: la Ferroli dismetterà la propria assistenza ai clienti, appaltandola all’esterno. E a offrirsi per fare assistenza potrebbero essere proprio gli ex lavoratori.


Stefano De Barba




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