Firme per “Liberare la Marmolada”. «Via i ruderi dei tre impianti dismessi»

L’iniziativa del gestore del rifugio Pian Fiacconi: «Quelle tonnellate di calcestruzzo sono un oltraggio al ghiacciaio»

ROCCA PIETORE

Una nuova campagna d’opinione per “Liberare la Marmolada” dal cemento, anzi dal calcestruzzo. Una petizione popolare è stata lanciata da Guido Trevisan, gestore del rifugio Pian dei Fiacconi, in collaborazione con altri operatori turistici di passo Fedaia, da Franco Tessadri di Mountain Wildernes, dal Wwf e da Legambiente.

Nelle ultime ore è nevicato solo intorno a 3 mila metri e quanto resta dei becchi impianti costituisce un colpo d’occhio davvero pessimo. Ecco perché l’iniziativa di Trevisan è stata raccolta anche dai suoi colleghi. Una novità per la Marmolada.

L’ultimo impianto chiuso è la cestovia Graffer: dal 15 settembre 2019, dopo ben 45 anni di servizio, dal 1974 al 2019.

«Un’ultima ferita che si aggiunge ai rimasugli dei precedenti impianti mai dismessi», commenta Salton, «a macchiare il vestito della Regina delle Dolomiti. Ben tre linee di risalita ne deturpano oggi i fianchi».

Oltre all’attuale impianto dismesso ma ancora in piedi, che ogni giorno invecchia e aggiunge degrado all’ambiente, c’è la linea di plinti di cemento di un impianto di risalita cominciato negli anni ’80 e mai terminato, da Passo Fedaia fino ad arrivare al manufatto di cemento sopra al Pian dei Fiacconi.

E poi la linea di plinti che sembrano restare ad eterna memoria del vecchio impianto di risalita, mai rimossi da quando nel 1974 fu realizzato il collegamento dismesso in seguito.

Quintali, anzi tonnellate di calcestruzzo. In bella, pardon in brutta vista la piattaforma di cemento armato del vecchio skilift, che non è stata mai rimossa e che giace a pochi metri dal rifugio “Ghiacciaio Marmolada”. Siamo a quota 1700 metri.

Poi ci sono i ruderi dell’impianto Sisem, demolito dal Comune di Rocca Pietore nel 1973: si trattava di un progetto coltivato dalla scuola di sci di Canazei, che dal territorio trentino “espatriava” in quello bellunese. L’amministrazione comunale di Rocca, contestando l’abuso, vinse la causa e ordinò la demolizione dei basamenti nel proprio territorio. L’infrastruttura rimase monca, ma non venne più cancellata.

“Tutti orrori che restano a spogliare di bellezza e naturalità un territorio selvaggio”, si legge nelle motivazioni con cui è stata lanciata la petizione. “Un territorio che è possibile salvare da nuova speculazione, come minimo chiedendo che venga cancellata l’inutile e deturpante memoria delle antiche strutture”.

Siamo in quella parte del ghiacciaio che appartiene al territorio trentino, per cui la petizione è indirizzata al Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, affinché impongano ai nuovi concessionari che hanno acquisito i vecchi ruderi abbandonati di rimuoverli nel minor tempo possibile e che qualsiasi realizzazione di nuovi impianti sia vincolata alla pulizia preventiva e completa dei ruderi ancora sparpagliati come tristi trincee sulla Marmolada.

Tra i concessionari vi è anche la società Funivie Marmolada.

«Questi ruderi non sono compatibili con un contesto di straordinaria bellezza qual è la Marmolada», sottolinea Aurelio Soraruf, gestore del rifugio Castiglione e della Capanna Punta Penia, a oltre 3300 metri, «e mi consta che per legge, alla dismissione di un impianto, deve seguire non solo la demolizione dei plinti e delle altre strutture, ma anche la ricomposizione dei versanti trasformati in pista. Ci sarebbe, dunque, un bel lavoro da completare».

I promotori della petizione si augurano di poter raccogliere adesioni in tutto il Bellunese e il Veneto in modo da restituire alla Marmolada la dignità – condivisa – che si merita. Intanto, per quanto riguarda la nuova telecabina che sostituirà la cestovia chiusa lo scorso settembre, la proprietà dell’impianto fa sapere che, dopo il via libera del Comune di Canazei e, successivamernte, della Provincia di Trento, la nuova struttura verrà realizzata il prossimo anno. Arriverà non più a Pian dei Fiacconim ma al rifugio Ghiacciaio della Marmolada. —

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