Fistarol: "Io sindaco di Belluno?E' ancora presto per parlarne"

Il senatore del Partito democratico non si preoccupa di smentire le voci che lo danno in corsa per tornare a Palazzo Rosso, ma a quasi dieci anni dalla conclusione della sua esperienza da primo cittadino accetta di parlare di Belluno
BELLUNO.
«Io candidato sindaco? Perchè proprio io?». C’è chi lo dà per scontato, ma Maurizio Fistarol non dice nè sì nè no. Il senatore del Partito democratico non si preoccupa di smentire le voci che lo danno in corsa per tornare a Palazzo Rosso, ma a quasi dieci anni dalla conclusione della sua esperienza da primo cittadino accetta di parlare della città, di come la vede e di come l’ha vissuta in questo lungo periodo.

Un evento piuttosto raro per Fistarol, che ha sempre preferito “starne fuori”. «E’ presto per parlare di elezioni», dice il senatore Pd, «l’amministrazione Prade è in crisi permanente ma non si sa come andrà a finire. Di sicuro certe voci di patti interni al Pd non stanno nè in cielo nè in terra, io non faccio patti con nessuno tranne che con i cittadini, con chi vota».

Ma a domanda diretta il senatore aggiunge: «Non dico nè sì nè no, perché stiamo parlando di Belluno, la città che amo e che non mi è mai stata indifferente. Solo non vedo perché dovrei essere io il candidato. A me interessa che la città abbia un buon sindaco, che esca dalla palude di mediocrità in cui è finita, diventando un paesino di montagna. Quello che vedo mi dà sofferenza». Più d’uno ha rimproverato a Fistarol una certa distanza in questi anni, come se gli affari bellunesi non lo interessassero: lui assicura che non è così, anzi: «Ho dovuto fare un’operazione di distacco da Belluno per non soffrire troppo. La cosa più brutta è vedere un ex sindaco che continua a mettere il naso in Comune, è ridicolo e patetico, ma assicuro che bisogna non guardare per evitare di stare male».

Insomma, lontano dagli occhi lontano dal cuore. «Nel 2001 (quando è scaduto il suo secondo mandato da sindaco, ndr) nella mia coalizione si è lavorato perché ci fosse uno stacco netto da me. La mia presenza era forse troppo ingombrante dopo otto anni a Palazzo Rosso e volevano togliersi questo peso. Io ho fatto buon viso a cattivo gioco, ho ingoiato il rospo e ho appoggiato un candidato che non avevo scelto io. Credo che il mio appoggio non sia stato ininfluente nella vittoria del 2001, ma negli anni successivi ho preferito, ho dovuto, rimanere distante e in pratica non ho più detto una parola su Belluno».

Ma chi dovrebbe fare il sindaco di Belluno, se non Fistarol? «Una persona motivata, capace di essere leader, che abbia rapporti anche fuori, perchè è vero che le cose si fanno con la Regione o il governo, ma non è vero che bisogna essere per forza amici, dello stesso colore politico. Io ho portato miliardate e risolto innumerevoli problemi, anche se gli altri avevano un colore diverso dal mio. Io ho sempre trovato le porta aperte, grazie ai progetti e agli argomenti che portavo: se convinci che fai le cose, non per te, ma per il bene della città, il sostegno arriva. Chi trova le porte chiuse è perché le ha chiuse lui ancora prima di partire», afferma secco il senatore.

Fistarol comunque sa che non c’è nulla di facile, nè per trovare il candidato «a Belluno il primo problema è sempre far fuori qualcuno», nè per chi dovrà entrare in azione: «Il lavoro da fare è enorme, la città è come un treno deragliato da rimettere sui binari, recuperare sarà una fatica incredibile. Bisogna creare il clima giusto, in cui si collabora in tanti. Se si fa insieme ci sono un ruolo, gratificazioni, visibilità e responsabilità per tutti».

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