Fitofarmaci banditi a Pedavena scatta la campagna informativa

Il Comune invita i cittadini a collaborare alla tutela del territorio e coinvolge anche i rivenditori Il vicesindaco Castellaz: «Vietato usare prodotti che si sospetta siano pericolosi per la salute»

PEDAVENA. Sono banditi dal territorio di Pedavena tutti quei diserbanti chimici che riportano nella scheda tecnica un elevato grado di pericolosità. «A tutela della salute pubblica e dell’ambiente è stato regolamentato l’uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura, vietando quelli maggiormente pericolosi»: recita così l’avviso pubblico del Comune, che invita i cittadini a «collaborare alla salvaguardia del territorio, della biodiversità e della salute pubblica».

Sono stati informati i principali rivenditori di prodotti del territorio: «Abbiamo avvisato i consorzi e i negozi, tutti coloro i quali possono essere interessati, in modo da aiutare il cliente nell’acquisto di prodotti concessi all’interno del regolamento di polizia rurale e norme relative all’uso di fitofarmaci, nato in condivisione con quello di Feltre», dice il vicesindaco Nicola Castellaz. «Stiamo continuando l’opera di informazione».

Entra così nel vivo la lotta ai composti chimici più pericolosi. Il tema della difesa del suolo per garantire la salubrità delle colture e la sicurezza dell’attività contadina è molto sentito e di stretta attualità in tutta la provincia, tanto che il consiglio comunale di Ponte nelle Alpi ha a sua volta normato l’uso di prodotti fitosanitari un paio di giorni fa.

«È stato complesso reperire documentazione scientifica obiettiva in merito all’utilizzo di queste sostanze perché le opinioni sono controverse, spesso influenzate da interessi corporativi e industriali o enfatizzate da ingiustificati allarmismi», spiega l’amministrazione pedavenese. «Considerando strategico il settore agricolo per le sue implicazioni produttive-occupazioni, ambientali e paesaggistiche, riteniamo che il nuovo regolamento favorisca la valorizzazione della produzione locale in chiave di sostenibilità e sicurezza alimentare».

Pedavena si è mossa con Feltre, coinvolgendo la popolazione con incontri molto partecipati con l’obiettivo di produrre una norma sovracomunale per estendere la tutela. «I contenuti sono emersi dai contributi di esperti e le riunioni hanno sempre visto un’ampia partecipazione di cittadini pedavenesi nonché di produttori del territorio», dice Castellaz. Che precisa: «Le norme non si basano sul divieto di utilizzare specifici prodotti chimici che produrrebbero un regolamento legalmente passibile di ricorsi, ma prescrivono il divieto di impiegare composti chimici dei quali si sospetti la pericolosità per la salute».

Il regolamento non entra nel merito alle caratteristiche farmacologiche e agronomiche dei prodotti chimici, ma guarda alla tutela della salute dei cittadini in base al principio di precauzione, cioè vietare l’uso di sostanze potenzialmente dannose, anche quando la letteratura scientifica è discorde e non ne attesta sicuramente la pericolosità.

Raffaele Scottini

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