Fitofarmaci, comitato al contrattacco

“Sinistra Piave liberi dai veleni” contro il proprietario dei vigneti: «Usato per irrorare un mezzo non a recupero»
TRICHIANA . «Come si può parlare di tentato allarmismo in questa situazione? La notizia è un evento realmente accaduto, non ipotizzato o immaginato, vi sono dei referti che lo certificano». Il comitato Sinistra Piave liberi dai veleni interviene sul fatto accaduto ai coniugi Tommasi, residenti a Trichiana a pochi passi dai vigneti della tenuta di Casteldardo. Spiegando che la dinamica è chiara: «Dei soggetti a seguito di un trattamento fitosanitario su un vigneto hanno riscontrato difficoltà respiratorie accompagnate da dolori, tanto da dover ricorrere al pronto soccorso».


Il comitato risponde così a Bernardo Piazza, proprietario del vigneto. «Diversamente dalle promesse pubbliche del proprietario, uno dei due mezzi usati per irrorare non era “a recupero”, comportamento questo che aumenta inutilmente i rischi per le persone disperdendo i prodotti al di fuori dell’azienda», dicono. «Non è stato reso noto quale tipologia di prodotto ci fosse all’interno delle botti, ma è un risultato di fatto che abbia provocato bruciori alla gola, alla trachea e ai polmoni. Soprattutto, eludendo uno dei pochi obblighi (articolo 10, comma 3) del già blando regolamento operante nel comune, non sono pervenute ai vicini residenti le segnalazioni dei trattamenti previsti».


Dal comitato si chiedono inoltre «come possa il signor Piazza appellarsi, in tema di salute pubblica, a uno spontaneo passaparola tra cittadini sui trattamenti in corso. Lo stesso proprietario ha inoltre dichiarato che la situazione si è creata a causa di un “errore” del terzista a cui era stato affidato il lavoro».


«La legge stabilisce che le responsabilità della gestione del lavoro all’interno del vigneto sono del proprietario del vigneto e di eventuali suoi dirigenti delegati o preposti», continuano dal comitato. «Ci si aspetta quindi provvedimenti nei confronti dei responsabili. I cittadini peraltro si chiedono se l’amministrazione abbia garantito sufficienti strumenti e formazione per preparare la propria polizia municipale».


I membri dell’associazione si chiedono poi chi dovrebbe intervenire quando le irrorazioni avvengono nel fine settimana, se i vigili non eseguono turni festivi o reperibilità. «Sono stati allertati Usl e Arpav? Se sì, hanno l’autorità di applicare quanto previsto dal regolamento e accertare il reato?», sono le domande del comitato. «È corretto che il sindaco, primo garante della salute pubblica, demandi questa responsabilità ad altri enti? Se il primo cittadino, Fiorenza Da Canal, ritiene sufficiente prendere provvedimenti affinché le irrorazioni avvengano in assenza di vento e con mezzi dotati di atomizzatori di recupero, dimostra di non aver capito il significato profondo del problema, poiché l’utilità è solo quella di diminuire l’esposizione. Invece sempre più cittadini vogliono un regolamento che elimini i prodotti che presentano potenziali pericoli per la salute e lo faccia sull’intero territorio comunale, senza cittadini di serie A e serie B».


Martina Reolon


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