Fitofarmaci, il regolamento va condiviso

Coinvolte le associazioni di categoria. Alpagotti (Cia): «Troppa enfasi sull’invasione delle viti»

BELLUNO. Il regolamento sull'utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura deve essere condiviso. Sulla base di questo assunto, il Comune ha deciso di coinvolgere le associazioni di categoria nel processo che porterà alla definizione del documento. Il primo incontro si è tenuto lunedì sera. I consiglieri della prima e della seconda commissione hanno incontrato il presidente di Coldiretti Silvano Dal Paos, il direttore della Confederazione italiana agricoltori Mauro Alpagotti e il direttore dell'Unione provinciale agricoltori Bastasin. Obiettivo era trattare lo stato dell'agricoltura in comune di Belluno e, più in generale, in territorio bellunese, per avere un quadro della situazione il più esaustivo possibile.

«Ciò che interessa alle commissioni, prima di stilare un Regolamento, è conoscere il punto di vista dei coltivatori e degli allevatori sull'uso dei fitofarmaci e sul loro impiego agricolo», spiega il presidente della seconda commissione, Emiliano Casagrande. «Avevamo già invitato un'associazione vicina al territorio, il movimento Terra Bellunese. Lunedì sera sono state sentite le categorie bellunesi e a breve seguirà un altro confronto con l'Arpav e l’Usl».

Si vuole capire, infatti, se siano già state rilevate forme di inquinamento sul territorio bellunese. «Non vogliamo calare dall'alto un regolamento senza conoscere come stanno le cose», conclude Casagrande. «Pensiamo che un documento di questo tipo debba essere condiviso da chi si occupa di agricoltura nel nostro territorio». Le associazioni di categoria hanno apprezzato il coinvolgimento. «È stato un incontro costruttivo», spiega Mauro Alpagotti, direttore della Cia. «È stato paradossale che quattro amministrazioni della sinistra Piave abbiano adottato un regolamento di polizia rurale senza coinvolgerci né contattarci. Certo, è loro diritto farlo, ma cortesia istituzionale vorrebbe che ci sia un confronto su tematiche così importanti».

Condivisione dunque dev'essere l'obiettivo, anche perché, prosegue Alpagotti, «sul tema fitofarmaci c'è tanta confusione. Molti pensano che ci sia un far west, ma in realtà ci sono varie normative che regolamentano già l'uso di determinati prodotti. E nel Bellunese penso si sia enfatizzato un po' troppo il rischio dell'invasione di determinate colture (i vigneti, ndr). Consideriamo che l'85% del territorio serve a dare foraggio, e non prevede l'impiego di fitofarmaci».

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