Folla in duomo a Feltre per De Boni, medico umanista e persona umile

FELTRE. Si è concluso sulle note struggenti del Morricone di “Mission”, l’ultimo saluto al medico e amico Michele De Boni quando la fiumana di persone – notabili e persone comuni, politici di ieri e di oggi, parlamentari ed ex parlamentari, ex primari che sono tornati per i funerali – ha accompagnato il feretro sul sagrato del duomo. Non fosse stata concordata, l’esecuzione musicale del coro con l’accompagnamento di Pio Sagrillo all’organo poteva sembrare una felicissima integrazione all’omelia di don Virginio De Martin.
Il parroco di Farra ha affettuosamente ricordato le confidenze che gli faceva Michele parlandogli a cuore aperto delle sue difficoltà scolastiche, quando era adolescente, e del riscatto e della “redenzione”, quella che ha portato come “un filo d’oro” ai successi umani e professionali del medico. Redenzione favorita anche dal monito amorevole della mamma: «Ricordati di costruire la tua vita con quello che hai ricevuto e riceverai».
«Il Signore ha fatto crescere questa vita, iniziata con pochi mezzi», ha detto don Virginio nell’omelia. «Michele ha fatto proprio il monito di Sant’Agostino “resistere all’infinito”, si è rassegnato solo alla malattia, ma con la certezza da trasmettere alla popolazione e ai giovani, che tutto ciò che si riceve va messo a disposizione della comunità».
A partire dalla famiglia che per Michele era un faro. «Lo abbiamo aiutato a essere padre», ha detto il figlio Matteo che a nome della famiglia, della mamma Maria Teresa e della sorella Chiara, non ha mancato di ringraziare tutti coloro «che hanno sempre accolto le sue proposte, che lo hanno aiutato e consigliato, e che si sono presi cura di lui, tutto il personale sanitario e in particolare i colleghi Davide Pastorelli, Roberta Perin e Federica Zanatta».
A portare il messaggio di riconoscenza da parte dell’Usl Dolomiti, è stato Adriano Rasi Caldogno. Con grande commozione, il direttore generale ha ripercorso le tappe della carriera di un medico “umanista” e le ricadute fondamentali del suo operato sul Santa Maria del Prato che ha assunto il ruolo di riferimento regionale per le malattie oncologiche gastrointestinali.
Ma ciò su cui ha puntato il direttore, legato a Michele da lunga amicizia, è andato ben oltre l’epitaffio professionale. Anche perché, ha detto Rasi Caldogno, «il mondo di Michele aveva molte altre dimensioni, oltre a quella professionale. Si è sempre impegnato con generosità a favore della sua terra e del prossimo». De Boni era un entusiasta della vita, ha continuato il direttore. «Una vita che ha vissuto pienamente, fino all’ultimo. E se la vita testimonia ciò che siamo, è il modo di affrontare la morte che mette in evidenza l’uomo, e Michele ha dato prova di forza, coraggio, dignità, speranza. Era un grande professionista, un marito, un padre e un nonno affettuoso. Una persona generosa che ha donato molto agli altri: nella sua professione, nell’impegno per la sua terra amatissima, in un profondo senso della famiglia e dell’amicizia. Ed è stato veramente toccante come anche negli ultimi mesi, Michele abbia mantenuto sempre il suo impegno professionale e il senso dell’amicizia, fino alla fine, senza mai far pesare il suo dolore e continuando a immaginare il futuro». –
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