Fondazione Dolomiti Unesco a Cortina, è polemica

Duro Il Pd: «Scelta banale». Da Auronzo: «Qualcuno ha voluto penalizzarci»
BELLUNO. C'è chi non ha nessuna intenzione di inchinarsi alla Regina. Sembra diventare una storia infinita la diatriba nata attorno al nome della località destinata a ospitare la sede operativa della Fondazione. Il nome scelto è Cortina, ma nessuno se la sente di «ufficializzarlo», anche perché a Belluno città qualcuno non l'avrebbe presa bene. Durissimo il Pd, soddisfatto Toscani. E mentre a Palazzo Rosso prevale la linea del silenzio, Auronzo si sfoga. Invita alla calma il presidente della Provincia, che ieri sera ha incontrato il sindaco di Cortina prima della mostra sul Vajont. La storia. Venerdì il gruppo di maggioranza in Provincia - Pdl e Lega - ha detto di sì a Cortina, nonostante la relazione tecnica del segretario Campeol evidenziasse come la scelta più sostenibile fosse Belluno città. Poco importa. La politica ha fatto il suo corso e ha optato per la blasonata località turistica. Peccato che nessuno voglia dirlo pubblicamente. In queste ore, si sta assistendo al paradosso: a fronte di una nomina non ufficiale, molti sono i commenti ufficiali. «Già operativi». Non si capacita del clamore suscitato dal voto di maggioranza, Bottacin: «Prima si dovrà discutere di una eventuale convenzione con Cortina. Ovviamente i vertici della Fondazione dovranno confermare tale scelta». Per "vertici della Fondazione" - va detto - si intende il presidente Alberto Vettoretto, assessore provinciale al turismo in quota Lega. Difficile che la sua scelta (o ratifica?) sia diversa da quella dei colleghi di maggioranza. Ma per Bottacin conta la sostanza: «Si dimentica di dire che la Fondazione ha già una sede operativa a palazzo Piloni e sta lavorando». Cortina? «Banale». Si sofferma sul voto del centrodestra, il Pd. «Cortina è la sede più banale che si potesse scegliere», attacca Sergio Reolon. «In un'ottica di promozione, sarebbero stati preferibili Auronzo e Agordo». Reolon dice di non avere nulla contro Cortina: «Ma non capisco quali criteri siano stati adottati». Impietosa Irma Visalli, ex assessore all'Unesco: «Saranno contenti Galan e Durnwalder. Erano loro a volere Cortina all'indomani della proclamazione. Siamo tornati al punto di partenza dopo un un anno e mezzo di caos». «Contro Cortina», prosegue Visalli, «non si può dire nulla. Certo è che piove sempre sul bagnato. Ho comunque l'impressione che la partita non sia affatto chiusa». Cortina ok. Pensa che sia una «ottima scelta», il consigliere Matteo Toscani. Era stato lui - quando era assessore in Provincia - a chiedere che i comuni si facessero avanti. «L'Unesco farà bene a Cortina e viceversa», afferma il leghista. «Forse Auronzo e Agordo avrebbero creato più malumori. Cortina, invece, rimane Cortina. E' una cerniera fra Cadore e Agordino». Ma Toscani pensa anche ai mondiali di sci del 2017: «E' un rafforzativo per la candidatura». Auronzo dimenticato? Si congratula con Cortina il sindaco dell'altra candidata "forte", ovvero Auronzo. Ma la cortesia svanisce quasi subito: «La sensazione è che Auronzo non sia mai stata presa in considerazione. Ricordo che a nostro favore si sono coalizzati 21 comuni, tre comunità montane e la Magnifica comunità. Dispiace che la maggioranza non abbia considerato questo». Insomma, l'impressione è che la scelta di Cortina fosse già stata fatta da tempo: «Spero soltanto non sia stata una decisione partitica solo per penalizzarci». Da qui una stoccata a Francesca Larese Filon, presidente dei Ladini, e a Silvano Martini, consigliere provinciale Pdl: «Pur essenso auronzani hanno appoggiato Cortina, adesso saranno accontentati». Nessuna nota ufficiale da parte di Belluno città. Il commento più generoso è quello del vicesindaco Leonardo Colle: «No comment, è una questione complicata». Già, molto complicata.

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