Fondazione Olimpiadi, Cortina rinuncia al proprio posto nel nuovo cda

È quanto emerso dopo che l’ex sindaco Ghedina ha sollecitato in consiglio la scelta di un uomo. La replica di Lorenzi: «È sufficiente che chi occupa quei posti sia competente»
Marina Menardi

Nel nuovo cda della Fondazione Milano Cortina 2026 (guidata dal 15 novembre da Andrea Varnier come nuovo amministratore delegato al posto di Vincenzo Novari), dopo l’entrata della presidenza del Consiglio (insieme alle Province di Trento e Bolzano), 6 posti sui 14 previsti sono riservati “al territorio”, di cui tre all’area lombarda e tre a quella dolomitica. Sarà dunque lo stesso territorio ad indicare dei nomi.

Ma Cortina, la città bandiera dei Giochi 2026 assieme a Milano, rischia di rimanere senza un proprio rappresentante in Fondazione. Il sindaco Gianluca Lorenzi non sembra infatti intenzionato a richiedere la presenza di una persona di fiducia di Cortina all’interno del nuovo cda.

L’ex sindaco Gianpietro Ghedina, in fase di costituzione della Fondazione, nel dicembre 2019, aveva invece indicato nella figura di Sandro Bernardi il proprio rappresentante territoriale. Ed è stato proprio Ghedina a sollevare la questione nel consiglio di mercoledì, al punto in cui si votava il nuovo statuto di Fondazione Milano Cortina 2026.

«Ritengo indispensabile che vi sia una figura del territorio nel nuovo cda, così come lo è stato prima nel vecchio. Sarebbe davvero grave che Lombardia e Milano avessero i loro rappresentanti, mentre Cortina no. Sono previsti tre rappresentanti dell’area dolomitica; se non nominiamo una persona del nostro territorio rischiamo di privilegiare le altre località del Trentino e dell’Alto Adige, e che Cortina non sia rappresentata. Il fatto che ci sia una persona del nostro territorio nel cda di Fondazione è per noi una garanzia sullo svolgimento dei Giochi», ha detto con una certa insistenza Gianpietro Ghedina.

Il sindaco Lorenzi tuttavia non sembra dare molta importanza a questo tipo di ragionamento: «A noi, al di là che le persone siano di Cortina o meno, sta a cuore solo una cosa: quella che ci interessa è la competenza di chi occupa quei posti,» ha detto liquidando la questione con poche parole. Altro punto che è emerso in sede di approvazione del nuovo statuto di Fondazione Milano Cortina 2026 è la parte in cui si dichiara che c’è la possibilità di modificare le sedi di gara all’interno dei siti preposti per i Giochi. Per assurdo, le gare di curling potrebbero essere trasferite a Milano o a Baselga di Piné, oppure lo sci alpino maschile unito a quello femminile a Cortina, o viceversa a Bormio. «Se vi è la possibilità di spostare le gare dalle sedi prefissate, allora significa che ciò che è scritto nel dossier di candidatura non è poi così intoccabile», ha sottolineato la consigliera di minoranza Roberta de Zanna, «invito pertanto l’amministrazione comunale a concentrarsi su opere che siano a questo punto veramente utili per noi».

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