Fondazione teatri: Provincia contro Romanelli

Levis: «Non c'è confronto, si deve fare quello che decide lui»
Il teatro di Belluno
Il teatro di Belluno
BELLUNO. «Da questa storia si è visto che è il presidente a decidere tutto, a manovrare la Fondazione e non può essere contraddetto o disturbato. Le regole quindi non valgono per tutti. Mercoledì abbiamo dato l'ultima possibilità di portare sulla strada della correttezza del regolamento questa vicenda, ma non siamo stati ascoltati». Celeste Levis, rappresentante della Provincia nel consiglio di gestione e vicepresidente della Fondazione Teatri delle Dolomiti se la prende col presidente Michele Romanelli «il manovratore di questa storia», lo definisce. «Nel consiglio abbiamo dimostrato che il bando presenta delle lacune che vanno ad incidere sulla qualità della gara. Una gara che è nata male col presidente che ha imposto un testo da approvare. Un atteggiamento che disapproviamo perchè in barba allo statuto e al regolamento non si sono tenute presente le richieste di parte dei consiglieri», prosegue Levis che torna sulla questione del fondo di 150mila euro a disposizione per la gestione. «La copertura economica è prevista solo per l'anno in corso, ma poichè il bando vale tre anni, per gli altri esercizi cosa si farà? E poi perchè non pensare ad un bando al ribasso? Ma in questa Fondazione, lo abbiamo capito bene, è solo il presidente che fa tutto anche nominare la commissione che dovrà dare il punteggio ai partecipanti alla gara. Non esiste alcun margine di confronto sereno», accusa il consigliere che annuncia che «mi confronterò con la Provincia per vedere come muoverci». Per Levis il bando attuale è «fatto su misura per qualcuno e sono pronto a scrivere in una busta il nome del vincitore e vedrete che avrò ragione», dice riferendosi al Tib. Il rappresentante della Provincia ritorna poi sull'illegittimità della votazione su un ordine del giorno che non era previsto. «Abbiamo iniziato male e siamo finiti peggio, perdendo un'occasione per fare vera cultura dando spazio a tutti. La nostra proposta era di mettere intorno al tavolo tutte le associazioni e fare un cartellone unico con Feltre, ma si è preferito fare un bando che ha spezzato i ponti che si erano costruiti col territorio», dice riferendosi all'Anaxus. «Si chiede un progetto artistico ma non si dice nemmeno quale deve essere, da dove partire, cosa si vuole», conclude Levis. «Come mai questo bando non è stato pubblicato in nessuno sito? Se la Fondazione non ne ha uno, gli enti soci fondatori sono tutti muniti di sito Internet. Mi pare molto strana questa gestione, come a non voler far sapere a nessuno di questa gara. un documento che avevo presentato io ma che è stato svuotato di tutti i criteri economici di valutazione». Bottacin. Dal canto suo il presidente della Provincia, Gianpaolo Bottacin, che con forza aveva chiesto il ritiro del bando, è contro il presidente. «Il consiglio di indirizzo aveva detto una cosa, ma il consiglio di gestione ne ha fatta un'altra. E poi i soci avevano chiesto di convocare un altro consiglio di indirizzo, ma la richiesta è rimasta inevasa. Visto come sono andate le cose, credo che saremo liberi di prendere la decisione che vogliamo in merito alla nostra presenza o meno all'interno della Fondazione», sottolinea Bottacin che poi torna sul discorso delle risorse. «Se dobbiamo risparmiare vista la crisi e le risorse che scarseggiano, non possiamo mettere 150mila euro come budget fisso. È meglio tornare, a questo punto, al concetto di pagamento a piè di lista. Sono rimasto perplesso nel metodo di come si è mosso il consiglio. Sono convinto», conclude, «comunque, che quando si gestiscono soldi pubblici l'incarico deve essere trasparente e deve vincere il migliore, fugando il campo da ogni dubbio senza dare adito a ricorsi».

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