Fondazione Unesco, in quota 22 sentieri accessibili ai disabili
Testate le Tre Cime, allo studio anche il giro del lago di Alleghe e i Serrai di Sottoguda: sarà pubblicata una guida
BELLUNO. Altra straordinaria performance della Fondazione Dolomiti Unesco. Promuoverà in tutto il mondo 22 sentieri che saranno accessibili ai disabili. I monti pallidi, pertanto, diventeranno le prime montagne praticabili da coloro che sono diversamente abili.
Giuliano Vantaggi e i collaboratori incaricati dalla Fondazione Unesco hanno già sperimentato degli itinerari in carrozzella. Uno dei primi è stato il tragitto tra il rifugio Auronzo, il Lavaredo e la forcella Lavaredo, quasi in faccia alle Tre Cime. «Il nostro desiderio sarebbe stato di proseguire, magari fino al Locatelli», spiega Vantaggi, «ma l’ultima parte del percorso, è improponibile». Non solo. Il sentiero nel territorio provinciale di Bolzano è vietato a chi utilizza “veicoli” come la carrozzina
I 22 itinerari accessibili agli handicappati sono equamente distribuiti tra le province di Belluno, Trento, Bolzano, Pordenone e Udine. I tecnici della Fondazione li stanno tastando in collaborazione con le associazioni dei disabili, in particolare quelle che orientano alla pratica sportiva. Ciascun sentiero, di conseguenza, sarà classificato in ordine alle difficoltà. Verrà pubblicata anche una guida, cartacea ma soprattutto sul portale della Fondazione.
Tra i percorsi allo studio c’è il giro del lago di Alleghe e ci sono pure i caratteristici Serai di Sottoguda. «Il progetto Dolomiti Accessibili intende fornire un’esperienza diretta di questo straordinario ambiente naturale», spiega Marcella Morandini, segretaria generale della Fondazione, «a tutte le persone che lo visitano e lo abitano, indipendentemente dal grado di abilità in cui si trovano. A differenza dell’ambiente urbano, dove le barriere architettoniche sono dei limiti artificiali che discriminano le persone con ridotte capacità motorie, l’ambiente montano presenta degli ostacoli naturali che non distinguono fra persone abili o disabili».
Le Dolomiti Unesco sono così il contesto ideale per attuare un progetto di inclusività sociale che permetta a tutti – abili e non – di accedere al patrimonio mondiale, in autonomia oppure accompagnati da una guida esperta. «È evidente che i percorsi dolomitici possono presentare qualche difficoltà, magari improvvisa, ed è per questo che noi consigliamo sempre la presenza di accompagnatori», puntualizza Vantaggi.
Inoltre, dobbiamo anticipare che i percorsi non saranno accessibili a tutte le forme di disabilità; siccome ci deve essere una certa consapevolezza dei limiti che comunque gli itinerari presentano, è evidente che non tutti i diversamente abili possono accedere. È stata aperta una call per la raccolta di segnalazioni di itinerari adatti – o adattabili – a essere compiuti da persone con limitate capacità motorie. Sulla base delle segnalazioni verrà elaborata una banca dati, omogenea e aggiornata, facilmente consultabile.
Ogni itinerario sarà accompagnato da una scheda descrittiva, completa di tutte le informazioni utili per programmare un’escursione secondo le proprie capacità e interessi. È stato organizzato anche un programma destinato a preparare figure professionali esperte nell’accompagnamento di disabili in quota, per fornire un servizio altamente qualificato, mettendo a sistema le varie realtà attive nel campo dello sport, dell’outdoor experience e dell’inclusione sociale già impegnate nel territorio delle Dolomiti.
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