Fondi di confine in aiuto alle famiglie e alle imprese

De Menech ha incontrato i sindaci bellunesi, il nuovo bando è quasi pronto. Tra le ipotesi di utilizzo di 25 milioni progetti strategici di portata provinciale

BELLUNO. I fondi strategici dei Comuni di confine per ridurre i maggiori costi delle famiglie nelle terre alte. Così pure per le imprese: commerciali, turistiche, finanche manifatturiere (se qualcuna, di piccola, decidesse d’insediarsi in qualche valle). Ma anche per integrare la spesa di eventuali studi progettuali per infrastrutture viarie e ferroviarie, quindi anche per il treno delle Dolomiti.

Roger De Menech, coordinatore del Comitato, ha ripreso a discuterne l’altra sera con i sindaci dei 15 Comuni di confine della provincia di Belluno. Il confine, ben s’intende, con Trento e Bolzano. È intervenuta al confronto anche la Provincia, perché, secondo De Menech, questo non può essere un ‘affare’ soltanto delle amministrazioni che confinano con Trento e Bolzano.

Ma andiamo con ordine. Stiamo parlando dei fondi edizione 2016. 80 i milioni a disposizione, ma per tutti i 48 Comuni delle 5 Province interessate. 24 di questi milioni sono suddivisi fra tutti gli enti, che ricevono, pertanto, 500 mila euro a testa. Mezzo milione di cui possono disporre per le esigenze che ciascun territorio ritiene più urgenti.

Il bando scatterà nelle prossime settimane, tra fine gennaio ed inizio di febbraio. Gli altri 56 milioni vengono orientati ad una strategia più ampia, di valle o, meglio ancora, di provincia. La provincia di Belluno potrà disporre di 25 milioni. I sindaci hanno condiviso l’articolazione; però – come afferma Marco Staunovo Polacco, di Comelico Superiore – sono contrari a che le risorse finiscano in un calderone generico.

Pretendono di dire la loro anche sulla destinazione, perché non prescinda dalle necessità, avvertite soprattutto nelle aree di confine, di colmare il gap con i trattamenti di Trento e di Bolzano. La preoccupazione di questi amministratori è, in sostanza, che si finanzino progetti “a prescindere”.

De Menech ha rassicurato, garantendo che nella fissazione degli obiettivi saranno coinvolti tutti i soggetti istituzionali, ma anche le categorie economiche e sociali.

«Concordando con i sindaci, c’è un primo indirizzo: aiutare le famiglie e le imprese a restare in montagna, contribuendo a superare i maggiori costi che questo comporta». Si potrà quindi intervenire dall’abbattimento delle tariffe di trasporto per i ragazzi della scuola e dell’università alla promozione turistica, o a forme d’integrazione degli investimenti nell’impiantistica (a Falcade, ad esempio, i fondi di confine sono già intervenuti sulla nuova cabinovia) o, ancora, al contenimento dei costi alberghieri. «Le risorse non sono illimitate, quindi si tratta di fare scelte strategiche, di area vasta» precisa De Menech.

Se, per esempio, l’Agordino decidesse di investire nell’ospedale? «Non possono farlo i Fondi di confine da soli. Se la Regione, direttamente competente, interviene con una determinata cifra, i Fondi, però, possono fare la loro parte».

E per quanto riguarda le infrastrutture? In vista dei Mondiali di sci a Cortina si pongono urgenti esigenze di nuova viabilità e magari anche di ferrovia. «Noi ci siamo per contribuire alla progettazione, non certo alla realizzazione che è di competenza d’altri ed ha costi altissimi». Ed ecco, per esemplificare, che nello studio progettuale del treno delle Dolomiti potrebbero inserirsi anche i Fondi. Ma, a questo riguardo, De Menech, premettendo di condividere l’iniziativa che stanno per assumere la Regione Veneto e la Provincia di Bolzano con la firma del protocollo d’intesa del 22 gennaio, suggerisce a Luca Zaia ed Arno Kompatscher di coinvolgere, "magari da subito", anche la Provincia di Trento, oltre a quella di Belluno, e finanche il Governo.

«Il progetto, infatti, è di ampio respiro – sottolinea De Menech -. Dovrebbe comprendere anche il collegamento tra Feltre e Primolano, in modo da costituire un anello ferroviario intorno alle Dolomiti». Non solo. «Oltre a progettare il collegamento della ferrovia là dove manca, quindi tra Calalzo e Dobbiaco, via Cortina, occorre prevedere da subito l’elettrificazione, da Conegliano verso Calalzo e da Montebelluna verso Feltre, Belluno e Ponte nelle Alpi. Sono 180 mila euro a km, gallerie a parte. Il Governo ci sarà, se gli presentiamo un progetto interessante».

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