Fondi di confine: in arrivo 122 milioni di euro

Sono stati presentati 36 progetti  di area vasta in Agordino, Feltrino e Cadore
Una veduta di Lamon
Una veduta di Lamon

BELLUNO. «Così si mette in moto una grande operazione infrastrutturale in provincia».

Entusiasta la presidente di Palazzo Piloni, Daniela Larese Filon di fronte alla firma della seconda convenzione (la prima era stata siglata nell’agosto 2016) tra l’ente da lei presieduto e il Fondo comuni confinanti (Fcc) che prevede il finanziamento del secondo stralcio degli interventi strategici.

Il contributo concesso dal Fcc sui 36 progetti presentati è pari a 122.283.137,34 euro su un ammontare complessivo di 191.207.400 euro. Il gap, pari a oltre 68 milioni, dovrà essere colmato da altri soggetti interessati che sono lo Stato, la Regione o anche i soggetti privati.

Si tratta di piani a regia di area vasta, vale a dire progetti che comprendono non i singoli Comuni (per i quali restano validi i 500 mila euro all’anno stanziati a bando sempre dal Fcc ) ma loro raggruppamenti, a partire dalle Unioni montane. Le risorse del Fondo Comuni confinanti si riferiscono al periodo 2013-2018.

«Con la sottoscrizione della convenzione», precisa il presidente del Fcc, il deputato del Pd, Roger De Menech, «tutti i soggetti interessati avranno tempo nove mesi perché l’idea progettuale diventi un vero e proprio progetto. Da qui, poi, saranno siglate delle convenzioni tra la Provincia, in qualità di coordinatrice gestionale delle iniziative individuate, e i soggetti attuatori. Questi avranno tempo cinque anni per realizzare l’opera».

Un’operazione che non è sempre così facile e immediata come può sembrare, come hanno rilevato gli stessi sindaci presenti alla firma e rappresentanti delle tre vallate interessate dall’operazione, cioè quella Feltrina, Agordina e Cadorina. «Se qualcuno dei progetti compresi nella proposta di programma non potrà essere realizzato per vari motivi», ha precisato lo stesso De Menech, «le risorse corrispondenti potranno essere utilizzate per altri interventi. Non andranno quindi perdute. Questo grazie alle nuove regole assegnate di recente al Fondo Comuni confinanti che non è più un sistema rigido, ma è diventato più elastico, per cui si possono fare delle modifiche in corso d’opera».

Il presidente del Fcc ha inoltre ricordato come «nel report presentato al Ministero degli affari regionali è stato evidenziato che sono stati pagati al 2016 più di 50 milioni di euro dei fondi, di cui 20 milioni solo nel Bellunese. Se si pensa che i primi anni si parlava di 2.8 milioni di euro pagati, abbiamo fatto un grande passo avanti».

Inoltre «ora c’è la possibilità di avere anche un anticipo delle risorse», ha sottolineato Larese Filon, «cosa che prima non era pensabile e questo non può che essere positivo visto che per piccoli comuni come i nostri diventa difficile anticipare delle somme elevate. Questo significa anche che gli enti possono muoversi rapidamente».

«Siamo di fronte ad un vero e proprio fondo federale», ha concluso il deputato democratico, «perché va a finanziare progetti che non sono più di un solo ente, ma vanno ad appannaggio di tutto il territorio bellunese. Inoltre, un tempo, gli incontri del comitato paritetico si facevano a Roma, adesso si fanno a Trento, ma le decisioni più importanti vengono prese a Belluno. E questo grazie anche alla presenza di Larese Filon all’interno del Comitato stesso. E questo decentramento amministrativo ha portato all’apertura dello sportello del Fcc proprio a Palazzo Piloni. Infine, non dobbiamo dimenticare che affidando tutte queste risorse al territorio, questo si assume la grande responsabilità di trasformare i soldi in opere».

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