Fondi Odi, Grones sul piede di guerra
LIVINALLONGO. Livinallongo, bilancio a rischio. Tutta colpa del Fondo Brancher. Abolito l’Odi, il Comune (che è capofila di un progetto per l’acquisto di mezzi di protezione civile con Colle, Rocca, Alleghe e San Tomaso) non sa a chi chiedere il contributo per i mezzi già pagati.
Intanto si avvicinano le scandenze per la chiusura dell’esercizio annuale, che rischia di sforare i vincoli del Patto di Stabilità. E il sindaco Leandro Grones lancia l’allarme: «Se non arrivano i soldi entro novembre possiamo consegnare le chiavi del Comune al prefetto».
Era stato visto come la “manna dal cielo” dai Comuni di confine, ai quali non sembrava vero di potersi spartire 80 milioni all’anno messi a disposizione dalle Province autonome di Trento e Bolzano. Invece, ma in qualche modo forse era anche prevedibile, il Fondo Odi si è trasformato via via in un carrozzone burocatico all’italiana, che sta letteralmente facendo saltare i nervi alle amministrazioni comunali.
E i ricorsi di alcuni Comuni prima e il “nein” di Durnwalder a cacciare i soldi in un unico calderone con Trento hanno dilatato i tempi di attuazione dei progetti, tanto che solo ora stanno partendo i cantieri per i progetti finanziati con il primo bando del 2010. I Comuni, in particolare quelli che hanno fatto da capofila a progetti assieme ad altri contermini, ora rischiano anche di non veder entrare in cassa i soldi in tempo per rispettare le scadenze dei bilanci.
Il problama, come al solito, è burocratico. Dopo che il Governo, con la legge 147/2013, dal 30 giugno ha fatto decadere l’Odi, l’organismo che era deputato a gestire i soldi per i Comuni di confine, di fatto si è creato un vuoto normativo. Tra Roma, Trento e Bolzano scorrono le trattative per rivedere le modalità di gestione del Fondo.
Intanto, senza un ente preposto, i Comuni non sanno formalmente a chi chiedere i contributi. Soldi che gli enti hanno già pagato, con tanto di fattura in mano, anche per le altre amministrazioni che hanno aderito al progetto. Le casse si svuotano e si avvicinano sempre più le scandenze di bilancio, sulle quali ora pesa anche per i Comuni sotto i 3000 abitanti, la mannaia del Patto di Stabilità interno. Lo Stato non eroga i soldi, ma pretende i conti in ordine. E i Comuni non sanno come venirne fuori.
Grones: già spesi 837 mila euro. In questa situazione si trova il Comune di Livinallongo, capofila di un progetto finanziato con 2,2 milioni di euro, condiviso con Colle Santa Lucia, Rocca Pietore, Alleghe e San Tomaso Agordino per «il potenziamento del parco mezzi comunali polifunzionali per la manutenzione del territorio, le emergenze neve e alluvionali, interventi di protezione civile e antincendio boschivo e per il trasporto e la mobilità in montagna».
Quella di presentare progetti condivisi era una delle opportunità previste nei bandi del Fondo Odi, l’unica con la quale potevano rientrare anche i Comuni cosidetti di seconda fascia. «Saranno questi i progetti che saranno finanziati più facilmente» era stato detto. Di fatto, però, gli oneri di gestione sono caduti tutti sui Comuni capofila, a cominciare dall’impiego del già carente personale tecnico e amministrativo. Ora c’è anche il rischio che salti il bilancio. I primi mezzi sono stati consegnati questa primavera. «Fino ad ora»; ha spiegato il sindaco, «ne sono arrivati 7 tra i 5 Comuni interessati e altri 3 saranno consegnati entro i primi di agosto. Non sappiamo quando arriveranno gli altri, che in tutto costano 623 mila euro».
Burocrazia soffocante. Fino ad oggi «abbiamo pagato fatture ai fornitori per un importo di 836 mila euro», incalza Grones, «mentre per i lotti la cui consegna è prevista entro agosto dovremmo versare altri 752 mila euro, per un importo complessivo di un milione 588 mila euro. Questo per permettere il collaudo e quindi predisporre tutta la documentazione necessaria per la richiesta di erogazione del contributo. Ciò che preoccupa, e non poco, è il rischio di non riuscire a rispettare i vincoli imposti dal Patto di Stabilità interno, non essendovi al momento alcuna certezza di incassare entro il corrente esercizio gli importi del finanziamento in quanto l’Odi è stato abolito lasciando di fatto un vuoto normativo in questa, spero breve, fase di transizione. Ad oggi, infatti, non sappiamo a chi inoltrare la richiesta di pagamento dello stato di avanzamento dei lavori o dei vari lotti. Stiamo attendendo la sottoscrizione dell’intesa tra le Province di Bolzano e Trento, il ministero Economie e Finanze, il Dipartimento per gli affari regionali e le due Regioni che dovranno, tra l’altro, definire le modalità di gestione dei progetti approvati e finanziati nelle annualità 2010, 2011 e 2012 dall’Odi e delle relative risorse, tra le quali vi è il nosro progetto».
Lo sforamento del Patto di Stabilità «prevede pesanti sanzioni pari all’importo del mancato rispetto del Patto stesso», ha concluso con evidente preoccupazione il sindaco Grones, «con conseguenze disastrose per il Comune. È già difficile anticipare pagamenti per cifre oltre il milione e mezzo di euro, ma è cento volte più difficile dover operare nell’incertezza determinata dalla miriade di norme e vincoli soffocanti di vario genere».
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