Fondo solidale, "Scelta discriminante e razzista"

La volontà della Provincia di privilegiare gli italiani nel mirino di associazioni di categoria e politici
BELLUNO
. E’ bufera nel mondo imprenditoriale e politico dopo la decisione della giunta provinciale di non modificare la dicitura «preferibilmente italiani» nel regolamento del fondo di solidarietà. Ed è unanime la condanna per una scelta «razzista e discriminante». Uapi. «Ritireremo il Caaf dal protocollo, visto che la modifica pregiudica la possibilità di continuare», dice secco il direttore dell’Uapi, Walter Capraro che precisa: «Se si pensa di fare concertazione in questo modo, allora proprio non ci siamo». Gli fa eco il presidente dell’associazione artigiani, Luigi Curto: «Abbiamo assistito in queste settimane a un crescendo di onnipotenza, quasi l’amministrazione di un ente pubblico come la Provincia potesse essere ridotta a una sorta di occupazione di un fortino. Un conto è la legittima pretesa di improntare politicamente un’azione di governo, un altro pensare di governare attraverso dictat e imposizioni che, di fatto, rendono del tutto inutile ogni momento di confronto. Noi siamo convinti che questo non sia l’orientamento vero dell’attuale maggioranza e che una verifica in consiglio provinciale su questo specifico tema sia urgente e alquanto indispensabile».


Ascom.
Parla di «posizione assurda», il presidente dell’Ascom, Franco Debortoli. «Registriamo un irrigidimento su una questione che presenta problemi normativi, visto che la distinzione tra chi ha la pelle bianca o di colore non è legale», dice Franco Debortoli. «Negli anni la nostra provincia ha richiesto manodopera straniera e ora questa viene discriminata e trattata come se fosse clandestina. Auspico che la giunta provinciale ci ripensi. Per quanto ci riguarda esiste sempre il fondo della Caritas».


Appia.
«Quel “preferibilmente italiani” si presta a molti dubbi, anche se pensavamo ad un atto di responsabilità da parte della Provincia», sottolinea Maurizio Ranon, direttore dell’Appia. «Credo che questa giunta abbia bisogno di recuperare un approccio diverso con il territorio e noi ci auguriamo che questa frizione si superi per il bene di tutti». Assindustria. «I lavoratori sono la principale risorsa delle imprese della provincia di Belluno. Per questo, nelle fasi di difficoltà congiunturale come quella attuale, tutti i lavoratori, bellunesi e non, in forza presso le imprese locali devono poter beneficiare degli ammortizzatori sociali», dice Assindustria.


Palazzo Rosso
. Dispiaciuto anche l’assessore comunale Marco Da Rin, presente al tavolo: «In un momento come questo era importante dimostrare alle persone che tutti gli enti parlano la stessa lingua. Mentre si firmava la Carta di Parma con il ministro Maroni per l’integrazione, qui si agiva all’opposto, creando tensioni sociali e innescando una guerra tra poveri senza senso. Il Comune continuerà ad aiutare le persone in difficoltà liberando nuove risorse».


Udc. Sulla questione interviene anche il capogruppo dell’Udc in consiglio provinciale, Pierluigi De Cesero. «Vogliamo forse dimenticare la storia di emigrazione della provincia di Belluno? E’ inspiegabile la volontà di escludere gli stranieri. La nuova amministrazione provinciale sta perdendo l’occasione per rispondere in maniera oggettiva ad uno dei principali problemi che affligge in questi tempi la nostra economia. Dopo aver trovato i soldi necessari per finanziare il fondo di solidarietà, ha un’occasione per aiutare concretamente quanti hanno perso il lavoro e le loro famiglie: non la sprechi».

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