Fondo solidarietà in aiuto a più di settanta persone

Erogati a ciascuno circa 1.500 euro una tantum per un totale di 106.000 euro Orsini: «Questa idea diventerà sempre più importante vista la situazione attuale»
Di Paola Dall’anese
al catullo la presentazione del logo riferito al progetto" rete di solidarietà" realizzato dagli studenti con la partecipazione delle associazioni di categoria
al catullo la presentazione del logo riferito al progetto" rete di solidarietà" realizzato dagli studenti con la partecipazione delle associazioni di categoria

BELLUNO. Un assegno da 1.500 euro per 71 famiglie in crisi: in tutto, contributi per 106 mila euro. Sono partiti i primi accrediti del Fondo di solidarietà, istituito nei mesi scorsi da organizzazioni sindacali e associazioni di categoria e sostenuto per la maggior parte dal Consorzio Bim Piave.

Un centinaio le richieste giunte al comitato del Fondo (capitanato dalla segretaria aggiunta della Cisl Belluno Treviso, Anna Orsini), la maggior parte delle quali sono state accettate. Per arrivare al via libera dei 71 contributi, il comitato ha dovuto incrociare i dati relativi alle erogazioni già avvenute da parte dei Comuni o da altri enti come la Caritas, questo allo scopo di dare le risorse a chi realmente ne ha bisogno. I soldi saranno accompagnati da una lettera, nella quale si spiega cosa sia il Fondo e come siano stati individuati i soggetti beneficiari.

«Ci sono sempre più persone che hanno bisogno di aiuto», commenta la segretaria Anna Orsini «quindi la scelta fatta due anni fa di mettere al centro questo tema si è rivelata saggia. Tutti quanti dobbiamo sforzarci per portare avanti questa iniziativa».

Iniziativa che, secondo quanto riferisce Orsini, non resterà isolata: «Ci stiamo occupando di mettere in campo altre idee, soprattutto ci attiveremo affinché questo fondo abbia la visibilità che merita. Il nostro osservatorio ci dice che sono davvero tante le persone che iniziano a sentire la crisi. I posti di lavoro si sono persi; quando gli ammortizzatori sociali saranno finiti e quando la gente non avrà più risorse e non saprà più a chi rivolgersi, allora il problema esploderà. Anche gli enti pubblici possono arrivare fino a un certo punto con i loro servizi sociali: serve che ognuno di noi dia una risposta nel proprio piccolo. Vanno bene le iniziative dei pacchi della spesa, ma restano pur sempre il riscaldamento, la luce l’acqua e l’auto da pagare: spese imprescindibili e fisse, senza le quali non si può vivere decorosamente».

La situazione economica in provincia peggiora giorno dopo giorno, vista la perdita di un gran numero di posti di lavoro: «La difficoltà è tangibile, per questo bisogna alimentare e dare nuova linfa a questa iniziativa, che cercheremo di pubblicizzare sempre di più», conclude Orsini.

Il fondo contava su un versamento iniziale di 150 mila da parte del Consorzio Bim Piave; a questo si sono aggiunte donazioni di sindacati e associazioni per oltre 25 mila euro. Dopo questa prima tranche di erogazioni, rimarranno in cassa ancora risorse, ma ne servono altre per aiutare chi è in difficoltà.

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