Fonzaso, nemmeno il Covid-19 sblocca l’eredità Bazzocco

Il sindaco Slongo e la giunta stanno cercando una via per utilizzare il denaro del lascito in modo da aiutare i fonzasini messi in crisi dall’emergenza 

FONZASO

Avere in cassa oltre 250 mila euro per fare fronte alle situazioni di povertà e non poter usare nemmeno un euro per aiutare le famiglie fonzasine messe a dura a prova dall’emergenza sanitaria. È una delle tante stranezze legate all’eredità Bazzocco, un lascito che il Comune di Fonzaso si è trovato tra le mani per aiutare la popolazione di Arten in difficoltà. Cosa avvenuta in un paio di casi, ma qui siamo di fronte a una crisi ben peggiore che coinvolge tutta la comunità e chissà se lo spirito di bontà del donatore non avrebbe voluto che quei soldi fossero usati ora, a fin di bene, per dare una mano a chi ha dovuto chiudere l’attività o ha perduto il lavoro, e anche a chi ha riaperto ma sta lavorando a scartamento ridotto o magari non ce la fa a rialzare la serranda.

Di sicuro l’amministrazione comunale ce la sta mettendo tutta per mettere mano alla questione, la cui soluzione non è facile proprio per l’esistenza di un regolamento che fissa i paletti entro i quali quei soldi possono essere usati. Condizioni ormai anacronistiche nel 2020, ma ancora valide nella forma e nella sostanza: «Abbiamo già affrontato la questione in giunta», afferma il sindaco Giorgio Slongo, «e la soluzione non è affatto semplice. Vedo la situazione che si respira in paese e posso assicurare che ci sarebbe bisogno di usare parte di quel denaro per sostenere le famiglie in difficoltà a causa della quarantena, ma le finalità del lascito pongono molti limiti. Stiamo verificando se è possibile modificare il regolamento attraverso un voto del consiglio comunale, ma non è una procedura né semplice, né immediata».

Eppure in un paio di occasioni si è riusciti a mettere mano a quel tesoretto: «In passato», spiega ancora il sindaco Slongo, «abbiamo fatto una deroga in un paio di occasioni con dei nuclei famigliari colpiti da gravi disgrazie e finiti in gravi difficoltà economica. A distanza di tempo posso dire che quegli interventi hanno funzionato perché ora entrambe quelle famiglie si sono risollevate. Certo, sarebbe bello poter utilizzare anche adesso quei fondi. Ce n’è davvero bisogno».

Dopo la vendita dei due immobili che facevano parte integrante del lascito, uno a Feltre e l’altro a Roma, con i ricavi spartiti per il 60 per cento ai nipoti di Bazzocco e il restante 40 per cento al Comune di Fonzaso, non bisogna più preoccuparsi di pagare l’Ici e tutto ciò che c’è è in forma di denaro liquido: «Parliamo di oltre 250 mila euro che rappresentano un importante bacino dal quale pescare in caso di necessità. Stiamo cercando di verificare se c’è una normativa che ci permette di modificare le modalità di impiego di quel denaro. Chissà», conclude Giorgio Slongo, «forse anche il benefattore sarebbe d’accordo visto ciò che è accaduto in questi ultimi mesi». —

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