Forestali carabinieri una rivoluzione che cambia poco
BELLUNO. Centonovantaquattro anni di storia con una missione importante: proteggere l’ambiente e il paesaggio di uno dei Paesi più belli del mondo. È un cambiamento radicale quello che ha investito il Corpo forestale dello Stato, che dopo quasi due secoli di onorato servizio, è stato trasformato in un reparto dell’Arma dei Carabinieri, passando dall’ordinamento civile a quello militare, dal ministero delle Politiche agricole a quello della Difesa.
Cosa cambia. Per i circa 150 forestali, donne e uomini che operano in provincia di Belluno si tratta di una rivoluzione, ma per i cittadini non dovrebbero esserci grandi cambiamenti e, a parte la questione “estetica”, quasi nessuno si accorgerà della differenza. Almeno per ora, perché è chiaro che la decisione presa lo scorso anno dal governo ha lo scopo di razionalizzare le forze a disposizione. Il passaggio è avvenuto ufficialmente il primo gennaio e questi sono giorni intensi, sia per i Carabinieri del comando provinciale di Belluno guidati dal colonnello Giorgio Sulpizi, che per i forestali che continueranno a rispondere al comandante provinciale Paolo Zanetti. L’ormai ex Cfs, infatti, è confluito nell’Arma come Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare, un reparto specifico come i Nas o i Ris.
Stazioni e personale. Dal punto di vista pratico, cambierà ben poco. Tutte le 15 stazioni del Cfs presenti in provincia resteranno operative e più o meno con lo stesso personale e le stesse funzioni. Tra i forestali in servizio solo uno ha scelto di diventare dipendente di un ente pubblico; un’altra dozzina di uomini invece è confluita nei Vigili del fuoco e nella Guardia di finanza.
Parco e riserve. Tra le attività più note dell’ex Cfs c’è quella legata alle riserve naturali (tutte quelle bellunesi più la parte trevigiana del Cansiglio), cioè dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi al giardino botanico, passando per la foresta di Somadida, compresa la gestione dei relativi musei. L’Ufficio territoriale per la biodiversità si occupa del Vincheto di Celarda e della Val Tovanella; mentre il Coordinamento territoriale per l’ambiente è quello che svolge servizio all’interno del Parco ed entrambi fanno capo a Paola Favero, che può contare su 25 agenti forestali, e un numero più consistente di operai agricoli forestali. Oltre all’attività di polizia e di prevenzione e alla gestione delle riserve, le attività svolte sono rivolte alla sensibilizzazione della popolazione sulle problematiche ambientali a partire dalle scuole; ma i forestali hanno sempre ricoperto un ruolo importante anche nel campo della ricerca scientifica, del monitoraggio e del censimento degli animali che vivono nelle aree protette.
Mezzi e divise. La sostanza del passaggio si può osservare in questi giorni all’interno del Centro operativo dell’ex Cfs, all’aeroporto di Belluno, dove i forestali stanno seguendo dei seminari. Oltre ai primi corsi (ne seguiranno altri), al centro sta avvenendo la “muta”, cioè il cambio delle uniformi, delle targhe dei veicoli e delle serigrafie, mentre per le livree si è deciso di aspettare per risparmiare. A breve, quindi, si dovrebbero vedere in circolazione le auto del classico colore verde brillante dei forestali, ma con la scritta Carabinieri e la targa Cc.
Elicotteri a Belluno. Una delle novità di maggior lustro per Belluno riguarda però proprio i Carabinieri, perché nei prossimi mesi il Nucleo elicotteri carabinieri, ovvero il reparto volo del Comando Elicotteri dei Carabinieri di Treviso verrà trasferito a Belluno. Il reparto copre tutto il Veneto tranne Verona e il Friuli Venezia Giulia ed è guidato da un feltrino, il capitano Luca Dalla Gasperina. Il nuovo reparto dotato di 4 mezzi avrà sede nel Centro operativo dell’ex Cfs (che possiede già due elicotteri) e la scelta logistica ha due motivazioni: l’aeroporto di Belluno non si mescola al traffico civile e non è soggetto alle frequenti nebbie che invece limitano l’operatività di Treviso.
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