Forestali senza stipendio martedì scatta il presidio

L’assemblea dei delegati del settore ha deciso di intensificare la protesta Da tre mesi senza stipendio e stagionali al palo. «A rischio la sicurezza»
Nicola Storti, Renzo Pellizzon e Andrea Zanin
Nicola Storti, Renzo Pellizzon e Andrea Zanin

BELLUNO. Da tre mesi senza stipendio i 250 operai a tempo indeterminato; senza assunzione i 400 stagionali, e i cantieri bloccati: martedì i lavoratori forestali veneti in agitazione minacciano lo sciopero. Sempre martedì alle 10 sono previsti due presidi dei dipendenti: uno davanti palazzo Ferro Fini durante il consiglio veneto e uno davanti alle sedi territoriali del Servizio forestale. «Il lavoro è dignità prima di tutto e non possiamo continuare a chiedere prestiti a parenti, amici e conoscenti per tirare avanti».

Ieri a Mestre l’assemblea dei delegati del settore forestale del Veneto ha deciso di intensificare la protesta contro la Regione per i ritardi dei pagamenti degli stipendi e l'apertura dei cantieri dei lavori forestali. «Infatti, la pressione promossa negli ultimi mesi a tutti i livelli», dicono Renzo Pellizzon, Andrea Zanin e Nicola Storti, rispettivamente segretari regionali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, «da assessori, consiglio e dirigenti regionali e territoriali, è riuscita ad ottenere solo rassicurazioni e impegni che sono stati poi disattesi. Martedì inizierà una massiccia mobilitazione che prevede un presidio di lavoratori e delegati a Palazzo Ferro Fini a Venezia, dove sarà riunito il Consiglio regionale, e davanti a tutte le sedi territoriali dei servizi forestali regionali». Obiettivo della mobilitazione è ottenere attenzione, stipendi e l’avvio dei cantieri per far lavorare i 400 stagionali e mettere in sicurezza il territorio della regione.

«Il clima tra i lavoratori non è affatto disteso», preseguono i sindacalisti, «e c’è la consapevolezza che a rischio non sono solo le storie personali e familiari, ma la sicurezza del territorio veneto, nell’indifferenza di una classe politica impegnata in litigi, divisioni ed attenta solo al posizionamento da assumere nell’imminenza della campagna elettorale e del voto, tanto da non riuscire ad approvare il bilancio 2015».

«Della gestione del territorio non sembra interessare molto ad assessori e consiglieri se si è arrivati a questa situazione. Da una parte l'applicazione delle nuove disposizioni contabili per l'amministrazione pubblica, che bloccano le spese, dall’altra l’amministrazione provvisoria, con il bilancio da approvare e il rischio che senza accordi si apra una pagina drammatica del commissariamento. Ma per il territorio veneto, il blocco dei cantieri e la mancata programmazione degli interventi significa esporre tutti i cittadini ai rischi derivanti da possibili frane, esondazioni e tutti gli effetti che derivano da un territorio lasciato al proprio destino. Le forze politiche venete di maggioranza e minoranza» affermano ancora Pellizzon, Zanin e Storti, «devono dare un senso di responsabilità al proprio lavoro in Regione ed approvare il bilancio preventivo prima di Pasqua».

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