Forte Leone, le cerimonie nella struttura restaurata
L’11 novembre 1917 gli alpini del Btg Monte Pavione rallentarono gli austriaci Scoperta una targa per ricordare l’unica battaglia lì combattuta cento anni fa

ARSIÈ. A Forte Leone la prima guerra mondiale, quella fatta di conflitti, è durata un giorno o poco più. Era l’11 novembre 1917 e l’esercito austroungarico stava dilagando. Dopo Caporetto, gli italiani in ripiegamento verso il Grappa e la linea del Piave approntarono una strenua difesa proprio al Forte grazie al Battaglione Monte Pavione, che pure poteva contare su pochi alpini. Una giornata di combattimenti che servirono a permettere al resto delle truppe italiane di allontanarsi, mettersi al sicuro e riposizionarsi, mentre gli austriaci concedettero l’onore delle armi alle penne nere per il valore dimostrato, malgrado la disparità di forze in campo. Così, ieri mattina, il capogruppo Ana di Mellame-Rivai Patrick Bettin e il sindaco di Arsiè, Luca Strappazzon, hanno scoperto una targa che ricorda quell’unica battaglia che si svolse a Forte Leone nella Grande guerra. Erano esattamente cento anni fa. E proprio in quei mesi, la guerra fino ad allora sentita raccontare perché il campo di battaglia era sul Brenta e sul Carso, “arrivava in casa”, come ha ricordato il presidente della sezione Ana di Feltre, Stefano Mariech, con tutte le conseguenze non solo sul piano militare, ma per la vita dei civili.
Grazie alla splendida giornata e al grande lavoro organizzativo delle penne nere, sono stati in tanti ieri mattina a raggiungere Forte Leone, per assistere alla cerimonia ufficiale e a volere poi approfittare per visitare la grande costruzione, oggetto di lavori di ristrutturazione che l’hanno perlomeno messa in sicurezza. Di lavoro da fare ce ne sarebbe ancora tantissimo perché il Forte meriterebbe di essere ulteriormente restaurato, magari con la ricreazione di alcuni ambienti come la cucina, le camerate, la polveriera, le postazioni per i cannoni e le mitragliatrici, utilizzate nella vita dai militari. Quelli che scarseggiano sono i soldi, anche se il sindaco Strappazzon ha ancora un tesoretto di circa 200 mila euro di fondi Brancher da destinare alla cultura e che il primo cittadino vuole impiegare per creare un percorso da mettere in sicurezza per i visitatori, dotandolo di tabelle informative in più lingue. Altro progetto che scatterà in autunno è la sistemazione della strada, praticabile alle auto, ma bisognosa di manutenzione in alcuni tratti. Ad accompagnare la giornata la banda cittadina di Arsiè e dopo la messa celebrata da don Giuseppe sono iniziate le visite guidate – in sopralluogo anche la senatrice Raffaela Bellot – mentre nel rinnovato tendone degli alpini è cominciata la distribuzione del rancio. Nel pacchetto dei restauri c’è pure l’ex casermetta all’inizio del tratto sterrato che potrebbe diventare un ostello.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video