Forza Italia alla Lega: «Progetto comune per palazzo Piloni»

Il senatore Piccoli guarda alla Provincia del dopo-Delrio Bond: «Il centrodestra deve avere unità e proposte credibili»
Palazzo Piloni, sede della Provincia di Belluno, senza le bandiere esposte - In alto la sede dell'ente a Palazzo Piloni A sinistra il consiglio provinciale che entro fine mese vota il bilancio
Palazzo Piloni, sede della Provincia di Belluno, senza le bandiere esposte - In alto la sede dell'ente a Palazzo Piloni A sinistra il consiglio provinciale che entro fine mese vota il bilancio

BELLUNO. Forza Italia frena l’entusiasmo della Lega Nord che, dopo il sorpasso, è pronta a far pesare i risultati ottenuti in provincia di Belluno alle elezioni europee, dove ha conquistato il 12,35% dei voti. «Prima di far vedere i muscoli bisogna avere un progetto per la nostra provincia», spiega il senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli, «facciamo un progetto comune che guardi, per ora, alla legislazione vigente». Il riferimento è al futuro dell’ente provinciale, così come lo ha immaginato Graziano Delrio. I sindaci, siano essi di centrosinistra o centrodestra, prenderanno in prima persona decisioni per tutta la provincia. «Bisogna affrontare insieme questi nodi» continua Piccoli, «io sono disponibile a ragionare. Non conta quante sedie si prendono, ma come le si rende operative». Partire da progetti concreti, questa sembra essere la ricetta del centrodestra per rialzarsi dopo il segnale arrivato dalle urne.

Un monito che non lascia indifferente neppure Dario Bond, consigliere regionale in quota Forza Italia per il Veneto. «La sconfitta di Forza Italia è stata motivata non solo dalla presenza a metà del nostro leader Silvio Berlusconi, ma anche una confusione sull'idea di Europa», spiega. «Noi dovevamo avere un messaggio preciso sull'Europa e invece abbiamo avuto un messaggio diversificato, a seconda delle situazioni e dei candidati, e questo ha creato confusione, a fronte di una proposta politica, non dico del Pd, ma di un uomo che si chiama Renzi, che è riuscito a polarizzare 11 milioni di elettori. Per me non è una vittoria del Pd, è la vittoria di un uomo che ha saputo mettere le pedine giuste al momento giusto, e quando i meriti erano suoi li ha esaltati, attribuendo al sistema la colpa per le cose non fatte. Questo meccanismo ha portato una grande vittoria. Deve essere una lezione per noi, per il centrodestra, che deve avere più unità e avere proposte e argomenti credibili per la collettività del Veneto e per tutta l’Italia. Noi vediamo nel presidente Zaia un punto di riferimento ed il punto di partenza».

«È andata come doveva andare, ma abbiamo comunque preso voti in tutti i comuni, e questo è il risultato a cui puntavamo». Così Giorgio De Bona, coordinatore del circolo di Belluno del Nuovo Centrodestra, commenta gli esiti del voto. «Il problema è che il centrodestra ha chiuso un segmento della sua esistenza. Non si può riprendere in mano il gioco se non cambia il suo modo di agire».

«Molti di Forza Italia hanno votato Renzi» continua De Bona, «perché ha finalmente rotto gli schemi. Quando è arrivato Berlusconi è stato votato dagli operai, ora il ceto medio vota Renzi. Siamo diventati un paese moderno. Noi cercheremo di ricreare un centrodestra con uomini di centrodestra, ma fino a che il Paese non sarà in una situazione di normalità, noi appoggeremo questo governo. Al momento siamo in una fase di transizione». (v.v.)

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