Foto pedofile nel pc: farà volontariato
Feltrino indagato per altri reati perquisito dai carabinieri I militari gli hanno trovato materiale pedopornografico
FELTRINO. Pedopornografia nel computer. Un feltrino inizialmente indagato per altri reati è finito in guai ancora peggiori, dopo una perquisizione fatta a casa sua dai carabinieri. La sola detenzione, e non la diffusione di fotografie e video con minori costretti a compiere atti sessuali o, comunque, completamente nudi, gli ha permesso di cavarsela con i lavori di pubblica utilità. Il procedimento è stato sospeso per la messa alla prova: un certo periodo di volontariato in favore della collettività, che l’uomo sta già svolgendo. Si tratta di manutenzioni per conto di un Comune della zona. Difeso dall’avvocato Perco, ieri mattina l’uomo, che ha una figlia minorenne (da qui la prudenza sulle sue generalità), non è comparso davanti al giudice Feletto. Quest’ultima ha già fissato la prossima udienza per il mese di gennaio: sarà quella in cui si valuterà se ha fatto un buon lavoro a meno, in caso positivo il reato sarà considerato estinto.
Le indagini della procura risalgono al febbraio di tre anni fa. L’ex convivente lo accusa di maltrattamenti in famiglia e violazione degli obblighi di assistenza familiare, due ipotesi di reato per le quali non è mai stato condannato. La procura dispone una perquisizione e il peggio deve ancora venire.
Quando esaminano il computer, i carabinieri della Compagnia di Feltre trovano 47 file dal contenuto pedopornografico. Foto e video contenuti nel disco rigido dello stesso pc e in alcuni compact disc o pennette Usb. Le immagini sono tanto crude quanto indiscutibili e costano all’indagato un’imputazione per il reato previsto dall’articolo 600 quater del codice penale, quello che si limita alla detenzione. Le successive indagini avevano permesso di stabilire che non si trattava di materiale condiviso o diffuso nella rete dei pedofili e proprio questo aspetto, oltre all’entità non elevata, ha dato modo alla difesa di approfittare dell’istituto della messa alla prova, con i relativi lavori di pubblica utilità concordati con l’ufficio per l’esecuzione penale esterna di Venezia.
Diversamente avrebbe dovuto difendersi in tribunale: o in camera di consiglio, in sede di udienza preliminare o al dibattimento pubblico in aula.
Dopo il sequestro e la distruzione del materiale posto sotto sequestro ha cominciato a fare volontariato e, da quanto si sa, sta rispettando il programma previsto. A gennaio, se ne avrà la certezza e il reato sarà dichiarato estinto. Come se non fosse mai stato commesso.
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