Fotografare la volta celeste: la grande passione di Giorgia
LAGGIO. Giorgia Hofer è una giovane cadorina che negli ultimi dieci anni ha coltivato una passione inedita, quella per l’astrofotografia. Nel 2009 è scattato il classico colpo di fulmine: merito dell’associazione astronomica di Cortina grazie alla quale Giorgia, originaria di Valle ma oggi residente a Laggio, si è avvicinata per la prima volta in maniera concreta al magico e un po’ misterioso mondo dell’astronomia.. Giorgia, da dove nasce questa passione?
«L’astrofotografia unisce due grandi passioni che coltivo sin da quando ero bambina. Principalmente quella per l’astronomia, a cui ho abbinato strada facendo quella per la fotografia. Un grande aiuto me l’ha fornito nel mio percorso di crescita l’associazione astronomica di Cortina, di cui oggi faccio parte ma che nel 2009 mi ha accolto insegnandomi tante cose importanti. In dieci anni ho collezionato tante soddisfazioni ma la molla resta sempre la stessa: la passione».
Nella vita quotidiana fai tutt’altro, eppure riesci sempre a trovare un po’ di tempo per scattare foto.
«Lavoro in un’azienda che ha sede a Laggio. Questo significa che non ho troppo tempo per andare a scattare fotografie; ma, nonostante tutto, quelle due ore riesco a trovarle sempre, magari togliendole ad altro. Per qualcuno potrebbero sembrare sacrifici, come ad esempio alzarsi all’alba oppure restare in piedi la notte al freddo di fronte ad una macchinetta fotografica; ma, come ho già detto, se tutto è mosso dalla passione la parola sacrificio non esiste. Per me è così».
Quali i tuoi luoghi preferiti per scattare foto al cielo?
«Per scattare foto di questo tipo bisogna conoscere l’astronomia. La via lattea ad esempio si riesce ad immortalare meglio in estate, di questi tempi c’è la possibilità di fotografare Marte e Giove ma solo al mattino presto. Il mio posto preferito è Casera Razzo perché ha una luce speciale, priva dell’inquinamento atmosferico che sale dalla pianura. C’è, poi, poca luce e questo è un altro elemento determinante per riuscire a fare belle foto. Il must è rappresentato dalla via lattea scattata dalle Tre Cime di Lavaredo ma di questi tempi richiede un’impresa dal punto di vista fisico, meglio riprovarci con la bella stagione».
Sfatiamo un mito: per fare belle foto bisogna starsene ore ed ore fermi in attesa del momento giusto?
«Non è detto, bisogna essere anche fortunati. Personalmente ogni giorno scatto qualche foto; ma, di base, sto lì non più di un’ora perché poi devo correre a lavoro».
Dalla passione al successo il passo è stato breve, lo dicono i premi vinti...
«Il primo ha una storia particolare. Per gioco ho inviato una foto ad un concorso internazionale denominato “The world et night”. Era uno scatto al cielo che avevo fatto dal passo Cibiana. Ho vinto il primo premio, un telescopio professionale che rappresentava il mio sogno e che avrei tanto voluto comprare anche se costava parecchio. È stato un segno del destino, da quel momento sempre per gioco ho iniziato ad inviare foto a concorsi che trovavo su internet. E non sono mancate altre affermazioni che, al di là della passione, fanno sempre molto piacere». —
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