Fra sindaci e consiglieri è caccia all’ultimo voto
BELLUNO. Èuna campagna elettorale vera. Domenica si vota per il rinnovo del consiglio provinciale (la presidente Daniela Larese Filon rimarrà in carica altri due anni o fino a quando non sarà più sindaco). Un solo seggio, allestito a Palazzo Piloni. Tre le liste in corsa, che si stanno contendendo gli ultimi voti liberi. Molti sono già promessi, per rapporti di amicizia o per semplice vicinanza politica, altri sono stati conquistati. Altri ancora sono contesi. Anche con colpi bassi, che non mancano mai quando c’è di mezzo un’elezione.
I telefoni squillano da giorni, incessantemente, specie quelli dei consiglieri di Belluno e Feltre. I loro sono i voti che pesano di più. Avere alcune preferenze nei due comuni più grossi della provincia vorrebbe dire avere la quasi certezza di entrare in consiglio. Già, perché nessuno vuole rimanere fuori. In particolare fra i sindaci del listone istituzionale, quello che va in continuità con il consiglio uscente. Ma sembrano essere proprio loro quelli più tesi e in difficoltà.
Fra i più attivi c’è il sindaco di Longarone Roberto Padrin, che come due anni fa sta consumando il credito telefonico a caccia di voti. Due anni fa era stato il più votato, con 9732 preferenze. Un risultato difficile da ripetere, perché adesso in corsa ci sono tre liste, e le incognite sono tante. L’affluenza è una di queste. Il voto dei consiglieri 5 stelle è un’altra: i sei consiglieri (due a Belluno, uno a Feltre e tre a Domegge) stanno ancora valutando se andare a votare domenica. Due anni fa non l’avevano fatto. Potrebbero esserci in ballo altri voti pesanti.
Restando all’interno del listone dei sindaci, appaiono blindate le candidature di Massaro e Ezio Lise, che possono contare sui voti delle loro maggioranze (Lise dovrebbe avere voti anche in altri comuni grossi). Anche Padrin non dovrebbe avere grossi timori. Difficile dire come si muoverà l’Agordino, che ha solo Silvia Tormen in sua rappresentanza. Molti consiglieri hanno dichiarato che non andranno a votare, e quelli che scenderanno a Belluno domenica non è detto votino per il listone.
Il Pd ha nel listone tre candidati e dovrà fare una scelta perché è probabile che i voti non bastino per far entrare sia Paolo Vendramini che Mirco Costa che Lillo Trinceri. In ambito centrodestra ci sono Svaluto Ferro e Serenella Bogana, anche loro a caccia di voti pesanti (a fatica).
E la presidente? Il giorno in cui sono state depositate le liste ha auspicato senza troppi giri di parole «continuità», martedì al termine dell’ultima maggioranza con il consiglio in carica si è limitata a dire: «Mi auguro venga eletto un consiglio che mi appoggi come ha fatto la squadra che ho avuto finora». Chissà se anche lei avrà fatto qualche telefonata in giro. Di sicuro si sono mosse le segreterie dei partiti. Tutti stanno facendo i conti, carta, matita e calcolatrice alla mano.
Anche perché le altre due liste rappresentano una bella incognita. Il Bard ha lanciato una pagina facebook nella quale si possono trovare il programma e i candidati. Nei giorni scorsi è apparso sui social anche una sorta di appello, perché il Bard ha molti voti nella parte alta della provincia, dove pesano poco. Ed è stato evidenziato in un post. Il movimento autonomista starebbe concentrando tutti i voti su Ivan Minella.
In corsa c’è anche “Per le autostrade del futuro”, con Renata Dal Farra capolista. Ha raccolto 50 firme per presentare la lista, in tutta la provincia, anche in Comuni di una certa dimensione. Il voto sarà un’incognita.
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