Fra una settimana via alla pillola anti Covid nel Bellunese: sarà data ai pazienti più fragili
Il farmaco Merck è stato consegnato all’unità di Malattie infettive, in una seconda fase coinvolti anche i medici di base.
De Marco: «I monoclonali funzionano benissimo ma questa terapia ci permetterà di aumentare la platea delle cure»
BELLUNO. Ogni giorno un record. Ben 762 i positivi segnalati nel bollettino di ieri di Azienda Zero. Mai così tanti in un giorno. Quelli individuati l’Epifania erano stati 242, mentre il giorno precedente 574. Quindi 200 in più, tra gli ultimi due giorni non festivi. Ciò significa che prima del picco di metà mese il Bellunese potrebbe schizzare a duemila contagi. L’incidenza settimanale è infatti arrivata a 1.373 casi ogni 100 mila abitanti; era di 1.152 ieri.
Sotto con le vaccinazioni, dunque, ma anche con la nuova pillola anticovid di Merck, come sollecita la dottoressa Maria Caterina De Marco, direttore sanitario dell’Ulss 1 Dolomiti.
Quando sarà operativamente disponibile il nuovo farmaco?
«È arrivato il 5 gennaio presso la nostra farmacia e noi l’abbiamo consegnato all’Unità di malattie infettive perché cominci a erogarlo alle persone Covid positive che presentano fattori di rischio».
Quali fattori?
«L’obesità, l’insufficienza renale cronica, il diabete, alcune malattie cerebrovascolari, epatiche, la bpco. La valutazione sarà fatta in questa prima fase dal nostro infettivologo. L’eventuale somministrazione avverrà entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi e in presenza di queste comorbilità. Il primario di Malattie Infettive, Scaggiante, ha già cominciato a individuare alcuni pazienti».
E una volta individuati?
«Il nostro primario chiama i pazienti e propone a ciascuno o il monoclonale o il farmaco per bocca. Se ha dei sintomi un po' più impegnativi gli propone il monoclonale, se ha sintomi più leggeri il nuovo farmaco».
Quando saranno attivati i medici di base?
«Il primario interviene soltanto in questa prima fase, fintanto che non abbiamo abilitato le nostre cure primarie perché purtroppo questo è un farmaco che deve essere abilitato con il registro Aifa. Siccome erogavamo già i monoclonali, Venezia ci ha abilitato, ma siamo d’accordo che abiliteremo anche le cure primarie in modo tale che i medici di medicina generale possano fare la segnalazione e quindi anche loro e i medici Usca potranno distribuire queste scatole del farmaco ai pazienti».
Quale sarà l’operatività? Proviamo ad esemplificare.
«La soluzione ottimale è che il medico di famiglia, che sente il paziente e lo conosce, individua quello a cui somministrare il farmaco per via orale, chiede alla farmacia il farmaco e il medico Usca porta il medicinale al paziente. Questo sarà il percorso attivo tra qualche giorno, per ora ci siamo attivati con le malattie infettive».
Quanto dovremo ancora attendere?
«Tutto dipende dall’abilitazione che ci farà la Regione del registro Aifa. Spero una settimana».
Quanti potrebbero essere i candidati al Merck?
«Con gli sviluppi di questa variante non possiamo immaginarlo. Con Omicron e la circolazione alta del virus non sappiamo effettivamente le percentuali dei pazienti che sviluppano sintomi mentre l’anno scorso era più facile. Noi ora somministriamo dai 15 ai 20 monoclonali alla settimana e quindi potrebbe essere che aumentiamo un po’ la platea con i farmaci per via orale. Potrebbero essere ad esempio 25-30 persone alla settimana che beneficiano dei due farmaci».
Da medico, quale idea si è fatta di questi medicinali?
«I monoclonali funzionano benissimo. Tutti quelli somministrati hanno evitato i ricoveri, e i pazienti ricoverati a cui sono stati dati i monoclonali sono guariti molto più velocemente. Per quanto riguarda il nuovo farmaco, vista la sperimentazione fatta, immagino ci sia la stessa valenza ma dobbiamo provarlo. E siamo in attesa di altre due pillole».
I no vax, dunque, non avranno più motivo di non farsi curare.
«Quelli che hanno fatto i monoclonali erano tutti non vaccinati. Abbiamo però avuto qualcuno che ha rifiutato la cura, una signora che è stata ricoverata ed è deceduta».
È preoccupata degli sviluppi esponenziali del contagio?
«Come si fa a non esserlo? Abbiamo più di 700 positivi in una sola giornata. I contagi stanno aumentando in misura vertiginosa. Abbiamo 35 pazienti ricoverati in area non critica e 6 in terapia intensiva. E purtroppo non abbiamo ancora avvicinato il picco».
Le raccomandazioni?
«Vaccinarsi, non resta altro. Portare la mascherina, meglio ancora se Ffp2, mantenere il distanziamento ed igienizzarsi le mani».
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