Frana di Laste, il timore è che si vada avanti mesi
ROCCA PIETORE. Mezz’ora in più per raggiungere il centro di Rocca Pietore, una ventina di chilometri aggiuntivi per Agordo, deviazione obbligata su Pieve di Livinallongo per trovare la prima farmacia (per raggiungere Caprile ora bisogna fare il giro dei monti), «ma i disagi sono solo per chi deve spostarsi per lavoro: anche per andare a fare la spesa, persino i giornali non arrivano più a Digonera, ora bisogna andare a prenderseli a Pieve di Livinallongo».
Nelle frazioni di Laste e Digonera la frana sulla provinciale di Salesei ha interrotto la quotidiana tranquillità, dilatando i chilometri e i tempi di percorrenza. Pesanti i disagi, tanta la preoccupazione, anche perchè «non si vede la fine di questa situazione», sbotta il signor Ferruccio, socio dello storico bar Dai Gobi di Laste, il centro di gravità permanente della comunità locale. «Qui la gente è preoccupata perchè tutti sono consapevoli che questi disagi ce li porteremo avanti per parecchio tempo. Il versante montuoso interessato dalla frana è molto instabile, solo pensare di riaprire la provinciale è una follia e fin quando non scaricherà tutto il materiale è difficile che inizino i lavori. Per comprare da mangiare bisogna fare un bel giro adesso. I camion con la frutta, la verdura e i formaggi qui non arrivano più, la farmacia di caprile diventa un miraggio con tutto il giro che bisogna fare e per arrivare ad Agordo ci mettiamo il tempo che prima impiegavamo per andare a Belluno».
Circa duecento i residenti “isolati” dalla frana, 103 a Laste, pochi meno a Digonera. «Chi deve muoversi per lavoro deve aggiungere mezz’ora in più di viaggio», conclude il signor Ferruccio, «è normale che ci sia malumore per questi disagi».
Niente strada significa anche niente turisti. «Non che qui avessimo grandi flussi, ma anche i turisti di passaggio non passeranno più. C’è un albergo a Digonera che subirà un contraccolpo notevole, ma non dimentichiamo che la frana sta penalizzando anche molti residenti di Livinallongo che quotidianamente percorrevano la provinciale di Salesei. Già il vivere in montagna e nelle frazioni più alte è difficile di per sè, figurarsi in queste condizioni. Adesso è fondamentale individuare subito le competenze, chi deve intervenire e con quali fondi. Ovvio che bisogna attendere che la frana si assesti, ma bisogna anche cominciare a fare qualcosa in concreto per queste zone». (ma.ce.)
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