Frana l’appiglio, precipita per 150 metri dalle Tre Cime
AURONZO. Si stacca la roccia al quale si era assicurato durante la discesa dalla Grande delle Tre Cime: è morto dopo un salto di 150 metri un rocciatore tedesco di 46 anni, M.B., originario di Neustadt. Illesi gli altri due alpinisti che, ieri mattina, erano in cordata con lui. L’incidente c’è stato intorno alle 8 ed è frutto solo di una imprevedibilità.
La montagna che crolla, l’appiglio che frana, quello che non ci si aspetta. I tre amici, due uomini e una donna, stavano salendo la Normale quando, arrivati a circa 2.800 metri di quota, si sono accorti di essere usciti dal percorso corretto e di trovarsi una ventina di metri più sopra. Hanno così deciso di calarsi assicurandosi a un appiglio, ma non appena il primo di loro, M.B., ha iniziato a calarsi, la roccia si è staccata e lui è caduto da due salti di roccia, precipitando per oltre cento metri.
Mancavano circa 150 metri alla fine della discesa, quando il masso si è staccato e il 46enne turista tedesco è caduto giù. I due compagni di cordata si sono salvati, riparandosi in una nicchia e sono stati recuperati dall’elisoccorso del Suem di Pieve e trasferiti all’ospedale di Cortina.
I tre tedeschi alloggiavano a Cortina e avevano deciso un’ascesa lungo la via Normale sulla Grande delle Tre Cime. Il trio è partito domenica: la cordata ha raggiunto la cima verso le 17 di sera e ha provato a intraprendere la discesa. Presto è calato il buio e non sono riusciti a rientrare nel giusto tempo: il buio li ha fermati. Ieri mattina, intorno alle 5 hanno ripreso la discesa. Tre ore dopo, intorno alle 8, la tragedia, quando mancavano circa 150 metri di dislivello da coprire.
I soccorsi, il 118 e il Soccorso alpino, sia della Guardia di finanza che il Cnsas (entrambe le stazioni di Auronzo), sono stati subito allertati.
Dalle ricostruzioni che hanno potuto effettuare i finanzieri di Auronzo, M.B. è stato il primo a calarsi in corda doppia, ma al primo tiro di corda è avvenuto l’imprevedibile: il grosso masso dove si era assicurato si è staccato dalla parete e lui è precipitato per 150 metri circa. I suoi due compagni, un uomo e una donna, hanno potuto solo assistere inermi alla tragedia: sono riusciti a ripararsi su una nicchia della montagna, la stessa dove li ritroveranno i soccorritori arrivati con Falco.
Gli accertamenti hanno permesso di capire subito che il 46enne s’è trovato nel momento sbagliato sul posto sbagliato: i tre avevano l’attrezzatura a posto e la stessa «manovra era stata messa in piedi bene, purtroppo è avvenuto qualcosa di cosa imprevedibile», spiegano alcuni soccorritori.
Il recupero è stato fatto dal tecnico di elisoccorso con il verricellista e il pilota, il medico era sbarcato in piazzola con gli uomini del Sagf della Finanza di Auronzo: Falco ha prima imbarcato i due compagni, fermi in una nicchia, con un verricello di 20 metri e poi ha recuperato il corpo senza vita del rocciatore. La salma già ieri pomeriggio era stata posta dal magistrato a disposizione dei parenti.
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