Frana sulla provinciale via gli abitanti di Schiucaz
Frana sopra le case: evacuata Schiucaz. Le sei famiglie residenti in quella che prima della fusione era una frazione di Pieve d’Alpago - per un totale di 17 persone - sono state invitate a lasciare le proprie case e raggiungere parenti o approfittare del posto in albergo trovato dal Comune di Alpago, a Farra. Chiuse le porte la strada provinciale: non si passa, anche perché il monitoraggio del movimento franoso da più di 3 mila metri cubi è continuo.
La montagna non sta un attimo ferma e lo si vede chiaramente. Con l’arrivo del buio, è stata illuminata da una torre faro e viene costantemente presidiata dai volontari della Protezione civile. Da ieri pomeriggio, ci sono anche Regione, Provincia e Prefettura sul posto: Bottacin, Padrin ed Esposito sono in campo. Bisognerebbe che la pioggia concedesse una tregua significativa per stare un po’ più tranquilli, in attesa che gli specialisti studino con attenzione il fenomeno e forniscano tutte le indicazioni necessarie a fronteggiare la situazione.
Non era qualcosa di prevedibile e il sindaco Umberto Soccal era partito sereno per l’Adunata degli Alpini di Milano. Un appuntamento rovinato da quello che sta succedendo a casa sua: «Ho pensato solo alla sicurezza dei miei paesani», sottolinea al telefonino, «non potevamo che evacuare tutti i residenti e trovare loro una sistemazione alternativa. Qualcuno ha raggiunto parenti e qualcun altro è sistemato in un albergo, che aveva posti a disposizione. Abbiamo trovato una soluzione, per quanto temporanea, nel frattempo è il geologo Salti a darci le indicazioni che ci servono».
L’ex assessore del Comune di Belluno ha passato la domenica ai piedi della frana: «È di roccia compressa e si muove», sottolinea Luca Salti, «ho fatto dei test, che mi hanno dato una conferma chiarissima di questo, oltre tutto la strada è deformata. È alta una cinquantina di metri sopra la carreggiata e ha una massa stimata in più di 3 mila metri cubi. Non siamo ancora in grado di essere più precisi di così, perché dobbiamo valutare per bene lo spessore. Non c’è dubbio che si dovessero evacuare gli abitanti e chiudere la strada, scelte che naturalmente spettavano all’amministrazione comunale e all’ente gestore Veneto Strade».
Sempre ieri lunga riunione in municipio, dove è stato allestito il Centro operativo comunale, presieduto dalla vicesindaco Vanessa De Francesch: «Noi abbiamo gestito la fase della stretta emergenza, avvertendo anche la Prefettura di quello che stava accadendo davanti ai nostri occhi. Vista la situazione in evoluzione, non avevamo scelta all’evacuazione della frazione. Ci è stato detto che si tratta di una frana dinamica e non potevamo certo correre il rischio che cominciasse a muoversi in maniera ancora più rapida, con il pericolo che venisse giù, provocando conseguenze che non è difficile immaginare».
La frana è una vicina di casa da tenere d’occhio senza sosta, con la speranza che il maltempo si fermi: «Lo speriamo tutti e, mentre aspettiamo un miglioramento delle condizioni meteo, non smettiamo di visionare il movimento franoso, sempre in collegamento con chi si occupa di questi fenomeni per mestiere». —
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