Franceschi e Verocai tornano in Appello prescrizione agli altri

Ex sindaco e assessore in aula per telelaser ed etilometro  È finita per Enrico Pompanin e l’imprenditore Sartori



Caso Franceschi: non tutto era prescritto. L’ex sindaco di Cortina e l’ex assessore Stefano Verocai dovranno tornare in Corte d’Appello, per vedersi rideterminare la pena sulla vicenda telelaser ed etilometro del 2011. La Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio a Venezia. Mentre lo stesso Andrea Franceschi, l’ex vicesindaco Enrico Pompanin e l’imprenditore Teodoro Sartori si sono visti annullare senza rinvio con dichiarazione della prescrizione, la sentenza sulla turbativa d’asta per l’appalto dei rifiuti. Ricorsi ammissibili, è passato troppo tempo e il reato non è più punibile.

L’udienza romana, che era cominciata ieri mattina, si è conclusa alle 20.45 con lo scioglimento della riserva. Una maratona alla fine della quale c’erano facce soddisfatte e altre meno, tra gli avvocati. Felici Conte e Carponi Schittar, che difendevano Pompanin e Antonelli, che si occupava di Sartori: «Siamo molto contenti per come è andata al nostro assistito», sottolinea Pierangelo Conte, «purtroppo non possiamo dire altrettanto per il primo cittadino e l’assessore. Adesso vedremo come finirà in Corte d’Appello».

Rispetto alla sentenza di primo grado, tutti gli imputati avevano ottenuto un sostanzioso sconto nel secondo grado di giudizio. Franceschi era passato da tre anni e sei mesi a nove mesi e 200 euro; Pompanin da due anni e otto mesi a otto mesi e 140 euro, Sartori da due anni e sei mesi a otto mesi e 140 euro e Verocai da un anno e quattro mesi a quattro mesi. Nessun risarcimento danni per la dirigente comunale e grande accusatrice Emilia Tosi, che a Belluno si era vista riconoscere 10 mila euro, mentre il comandante della polizia locale Nicola Salvato aveva ritirato la costituzione di parte civile durante il dibattimento, a fronte del risarcimento danni.

L’appalto dei rifiuti era stato cucito su misura addosso all’imprenditore Sartori, ma «senza alcuna prospettiva di arricchimento personale da parte degli amministratori» del Comune di Cortina. Nessuno voleva guadagnare dei soldi alle spalle del Comune, avevano detto i magistrati veneziani. Per gli avvocati Paniz e Godina, il lavoro non è ancora finito. —

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