Franceschi: "Falcio l'erba ma non chiamatemi eroe"
CALALZO. «Non sono un eroe, semplicemente un volontario» quasi s’innervosisce Andrea Franceschi, con i giornalisti, mentre deve fermare il decespugliatore per rispondere al cellulare e il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, lo invita invece, con un sorriso appena accennato, «a darci sotto», insomma a non trovar scuse per prendere tempo e … tirare il fiato.
Ieri mattina De Carlo e Franceschi sono stati di parola: inforcati maschera, stivali e decespugliatore, hanno cominciato a prestare quell’opera di volontariato, falciando il verde pubblico, che avevano promesso. Tra l’altro, ben disciplinati agli ordini dei dipendenti comunali. E a costo zero, ovviamente. Franceschi si è presentato al bar del centro, a Calalzo, subito dopo le 8. Il collega gli ha permesso di sorseggiare un caffè e poi via. «Come padrone sei troppo esigente» l’ha rimproverato Franceschi. «Macché, sono un padrone fratellone», gli ha risposto De Carlo. Per 8 ore, i due pubblici amministratori, hanno spaziato in siti diversi del centro di Calalzo, rasoiando le scarpate e le aree più coperte dall’erba incolta. «Un’opera che unisce l’utile al dilettevole» ha commentato il sindaco di Calalzo, al termine della “faticosa” giornata di lavoro. Sindaco che si era dichiarato pronto, fin dai primi giorni dell’esilio di Franceschi a San Vito, a offrirgli «quest’attività per tenere impegnato il fisico e sgombra la mente». Soddisfatto il sindaco esiliato, tanto che ha deciso di tornare a Calalzo probabilmente domani, per una seconda giornata di volontariato. E De Carlo: «Sono pronto fin da ora a ricambiare il favore appena Andrea potrà tornare a Cortina a fare il suo vero lavoro». E proprio per questo, aggiunge, «non ho preteso l’impossibile dal collega, perché so che me le ritornerebbe tutte. Nel pomeriggio ai due improvvisati (ma non tanto) operatori ecologici, i “Vip” di Calalzo, ovvero i “volontari in pensione” che provvedono alla manutenzione del territorio, hanno donato le loro magliette ed hanno provveduto a sostenerli moralmente, falciando anche loro. Un “sincero” grazie all’amico De Carlo arriva da Franceschi «sia per essermi sempre stato vicino sia per avermi offerto questa bella giornata da volontario alla quale ne seguiranno probabilmente altre. Non mi piace rimanere con le mani in mano. A casa mi sento come un leone in gabbia e va a finire che mia moglie potrebbe stufarsi presto di me».
Quindi? «Finché non mi permetteranno di tornare a Cortina, preferisco tenermi impegnato». «Ti lascerò libero solo per presentare il tuo nuovo libro», gli fa pressing l’amico sindaco. Franceschi, divertito, sorride. «Sono contento di essere qui» ammette «anche per dimostrare che amministratori come Luca sono sempre sul campo, pronti a rimboccarsi le maniche per il bene del territorio. I sindaci rappresentano l’ultimo anello della catena che unisce cittadini e politica ad essere rimasto integro. Bisogna preservarli dall’incertezza che – come anche la mia vicenda mette in risalto - sperimentano ogni giorno che passa». Per un’ora, infatti, il primo cittadino di Calalzo, è rientrato in ufficio per sbrigare alcune pratiche urgenti.
Tanti i complimenti raccolti tra i cittadini di Calalzo ed i villeggianti. Ma anche qualche critica, pure pesante, del tipo: è tutta propaganda. «Chi critica ha un solo modo per manifestare la sua sincerità: domani mattina si presenti in municipio e da volontario ripeta quello che abbiamo fatto noi, decespugliatore alla mano. Naturalmente non ripassando le scarpate già pulite». De Luca, per la verità, è soddisfatto delle tante prove di generosità che la comunità municipale gli offre per presentare al meglio il paese al turista, al villeggiante. Ma dice di non sopportare «coloro che sanno solo chiacchierare», mentre oggi le scarse disponibilità finanziarie dei piccoli comuni esigerebbero prove di solidarietà concrete, anziché virtuali.
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