Franceschi, la sentenza slitta a gennaio

Partito l’Appello dell'ex sindaco e di Pompanin, Verocai e Sartori; il procuratore generale punta alla conferma delle condanne
gian paolo perona- perona- belluno- incontro in provincia tra amministratorio ed anas
gian paolo perona- perona- belluno- incontro in provincia tra amministratorio ed anas
VENEZIA. Appello da copione. Tutto come previsto: il procuratore generale di Venezia ha chiesto la conferma delle condanne in primo grado per turbativa d’asta e minaccia a pubblico ufficiale per l’allora sindaco ampezzano Andrea Franceschi (3 anni e 6 mesi), il vice Enrico Pompanin (2 anni e 8 mesi), l’assessore Stefano Verocai (1 anno e 4 mesi) e l’imprenditore Teodoro Sartori (2 anni e 6 mesi). La vicenda è quella di appalto sui rifiuti, etilometro e telelaser. In più, l’estensione dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni già data a Franceschi a Pompanin e Verocai, su domanda della procura della Repubblica di Belluno.


Presenti tutti gli imputati, dalle 9.30 in poi la requisitoria è durata un’oretta, dopo di che ha preso la parola il difensore di parte civile De Vecchi, che tutela la dirigente Emilia Tosi. Da parte sua c’è la richiesta di condanna anche per l’ipotesi di reato di violenza privata, oltre ad un risarcimento danni superiore, rispetto a quello di 10 mila euro accordato in primo grado dal Tribunale bellunese. L’altra parte civile Nicola Salvato, comandante della polizia locale di Cortina, ha ritirato la costituzione nel corso del dibattimento, a fronte di un adeguato risarcimento. C’era tempo, prima della pausa pranzo e il microfono è passato all’avvocato Antonelli, che difende Sartori, l’imprenditore che si è aggiudicato la gara d’appalto sui rifiuti, peraltro come unico partecipante. L’arringa si è articolata su un atto di una cinquantina di pagine e si è conclusa con la richiesta di riforma di una «sentenza lacunosa».


Tutto il pomeriggio è stato occupato dall’arringa dell’avvocato Prade, uno dei due difensori di Andrea Franceschi: un centinaio di pagine per tre ore. «Non sono in grado di dire che sensazioni abbiamo in questo momento, perché preferiamo parlare sui fatti», ha detto Antonio Prade, alla fine dell’udienza, «siamo convinti dell’innocenza del sindaco e abbiamo chiesto l’assoluzione. Detto questo, si tratta di un processo molto complesso e aspettiamo il suo sviluppo».


Nel frattempo è saltata l’udienza del 7 novembre per impegni del giudice relatore. Si tornerà in aula il 28 dello stesso mese con le arringhe degli altri difensori: Pecorella, sempre per Franceschi, Carponi Schittar e Conte per Pompanin e Godina per Verocai. Eventuali repliche sono slittate al 16 gennaio e lo stesso giorno ci dovrebbe essere la sentenza di secondo grado, a meno che le repliche non occupino troppo tempo. Difficile che non ci siano da parte del procuratore generale.


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi