Frane, cento milioni investiti in 5 anni nel Bellunese
BELLUNO. Negli ultimi 5 anni sono stati investiti, in provincia di Belluno, 36 milioni di euro dai Servizi Forestali e 50 milioni circa dal Genio Civile, per un totale di oltre 200 cantieri. Parliamo di opere di difesa del territorio, in particolare da frane.
Sui lavori in corso, e soprattutto su quelli in programma, domani, a Mestre, la Regione terrà un nuovo vertice con l’Anas, promosso da Elisa De Berti. L’assessore alle Infrastrutture cercherà di capire, intanto, come si svilupperà, nelle prossime settimane, il cronoprogramma dell’Anas per i cantieri sulla Statale 51 di Alemagna, verso Cortina.
Ma a riguardo della stessa Statale, l’assessore all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, ha chiesto di essere presente pure lui per una ricognizione sulla frana del Fadalto. Lo smottamento è avvenuto ancora il 28 giugno 2017 e dopo 11 mesi non si vede alba di riapertura completa della strada. La Statale è chiusa di notte ed è aperta di giorno, ma a senso unico alternato. Il 28 giugno prossimo le genti del Fadalto e dell’Alpago occuperanno la Statale per protesta (“e probabilmente non solo l’Alemagna” anticipa l’anima della mobilitazione, Bruno Fasan).
«Voglio sapere quando l’Anas si deciderà a completare i lavori di messa in sicurezza che ha avviato e poi sospeso» afferma Bottacin. «Non è possibile che l’unica strada statale che attraversa la provincia sia chiusa di notte ormai da circa un anno» insiste il dirigente della Regione.
Si tratta, nel caso, di poche centinaia di migliaia di euro per realizzare un lavoro che ha qualcosa di simile con quello di Acquabona, alle porte di Cortina. Ma in questi anni, nel bacino del Piave, sempre in area bellunese – fa sapere Bottacin – «abbiamo investito 86 milioni di euro; opere già compiute e una quarantina di cantieri ancora attivi per lavori di manutenzione leggera, affidati ai Servizi Forestali».
Con i nuovi interventi, però, si andrà ben oltre i 100 milioni di euro. 8 milioni sono già stati annunciati per la messa in sicurezza di Alverà, altri 2, 5 per il torrente Fiorentina, a Selva di Cadore; ancora 2 in Alpago, precisamente in Val Turcana e a Buscole. Una novità è il cantiere di Pianaz, in valle di Zoldo, da 1 milione di euro, sempre a cura dei Servizi Forestali.
Un altro milione e 200 mila euro è l’investimento previsto dalla Regione sulla frana di Perarolo, con le Ferrovie dello Stato che impegneranno una cifra analoga. «In questo caso mi auguro che il meteo ci permetta di concludere il taglio delle piante entro metà maggio e, subito dopo, di partire con l’ “impermeabilizzazione” della frana» anticipa l’assessore Bottacin.
A Lozzo di Cadore, quanto alle opere già concluse o in via di completamento, sono stati realizzati interventi per 500 mila euro sul Rio Rin. 31 mila euro sono stati spesi, a Vigo di Cadore e ad Auronzo, per mettere in sicurezza Cima Gogna dalla frana; 472 mila euro, a Cortina, per il Bigontina; 1 milione e mezzo, a Chies, per la sistemazione del Tessina.
E ancora: 1 milione e 800 mila euro è costata la stabilizzazione del fondo dell’alveo in località Valle dei Molini, a Gosaldo; a Borca sono stati investiti più di 900 mila euro sul Boite e per la messa in sicurezza delle vasche d’accumulo a Cancia.
Altri 40 mila euro a Chies d’Alpago, sempre per la frana del Tessina, più di 46 mila per lavori di somma urgenza a Perarolo, mentre a Livinallongo è in corso un cantiere da 490 mila euro per l’adeguamento delle opere idrauliche. 160 mila euro tra Sedico e Sospirolo per opere di somma urgenza sul Cordevole. 248 mila euro, a Belluno, per interventi sul Cicogna a Monte di Col della Volta; 140 mila euro a Seren del Grappa per la sistemazione del torrente Stizzon. Più di 1 milione e mezzo a San Vito di Cadore per il riprestino del torrente Ru Secco. A Cibiana di Cadore il torrente Rite ha richiesto protezioni per 250 mila euro e a Borca di Cadore il Boite ha comportato un’ulteriore spesa di 488 mila euro per la messa in sicurezza. E l’elenco non termina qui.
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