Frane, niente soldi per i privati: «Arriveranno in seguito»

Nei 31 milioni che sono stati messi a disposizione nei giorni scorsi dal Governo non figurano i risarcimenti per i danni subiti dai cittadini di San Vito

SAN VITO DI CADORE. È di 533 mila euro, più qualche spicciolo (21 euro per la precisione), il conto che i privati hanno presentato a San Vito di Cadore per il danno ricevuto dalla frana del 4 agosto dell'anno scorso.

Ora nemmeno uno spicciolo per San Vito. Fra i 31 milioni messi a disposizione dal Governo per le drammatiche conseguenze del maltempo, un anno fa, nella riviera del Brenta e a Cortina, non c'è uno spicciolo per le famiglie e i singoli che hanno patito danneggiamenti. «Arriveranno in un secondo momento», sospira Franco De Bon, sindaco di San Vito di Cadore, come peraltro era stato anticipato.

Il rammarico di Bottacin. Ma l'assessore regionale Gianpaolo Bottacin è oltremodo rammaricato. «I privati non possono attendere chissà quanto. Insieme ai nostri», fa presente, «ci sono anche quelli di Refrontolo e di Istrana nel Trevigiano».

In Cadore 1,6 milioni. In sostanza, per gli eventi calamitosi del 4 agosto 2016, in Cadore arriveranno non più di un milione e 600 mila euro, mentre la spesa è stata di gran lunga superiore. Bottacin ha provato a fare i conti: «Sei milioni solo da parte della Regione e del Genio Civile, altri 500 mila euro della Provincia».

I Comuni beneficiari. Nel recente provvedimento del Governo, invece, troveranno ristoro numerosi altri Comuni, per precedenti eventi, del 2013 e del 2014: da Auronzo a Calalzo, da Cibiana a Colle Santa Lucia, Comelico Superiore, Cortina, Danta, Falcade, Feltre, Forno di Zoldo, Livinallongo, Lorenzago, Lozzo, Perarolo, Pieve, Puos, Rocca Pietore, Santo Stefano, Sappada, Sovramonte, Trichiana, Vodo, Zoldo Alto, Zoppè.

«I soldi promessi da Roma per le frane? Mai arrivati»

Bottacin incontrerà i sindaci. Ieri Bottacin ha incontrato i sindaci della Riviera del Brenta, dopo Ferragosto ha dato appuntamento a quelli della Val Boite e di Auronzo. «In attesa dell'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ufficializzerà lo schema per presentare le domande di contributo, ho ritenuto opportuno incontrare subito i sindaci per illustrare gli esiti della riunione avuta con il Dipartimento di Protezione Civile a Roma, per spiegare loro le future modalità d'azione, visti anche i tempi ristretti che ci saranno per formulare le domande dei privati per il ristoro dei danni causati dagli eventi calamitoso».

Al Veneto 31 milioni. Per quanto riguarda i danni arrecati ai privati, il governo di Roma ha riconosciuto al Veneto 31 milioni di contributi nazionali, che non saranno certo sufficienti a coprire il conto complessivo dei danni causati da nubifragi, trombe d'aria, frane e alluvioni che hanno flagellato il Veneto nell'ultimo triennio. I privati potranno chiedere al massimo la copertura dell'80% della spesa sostenuta per le prime case e del 50% relativamente alle altre abitazioni. «Per giungere a questo primo importante obiettivo», sottolinea l'assessore, «abbiamo lavorato molto e confidiamo che in futuro si aprano ulteriori opportunità di ristoro anche per la messa in sicurezza, dal punto di vista idraulico e idrogeologico, del territorio. Servono centinaia di milioni dopo quelli prontamente stanziati dalla Regione per affrontare i primi interventi successivi alle calamità. Per di più, la Regione ha anticipato risorse che avrebbero dovuto essere erogare dal governo».

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