Frane sulle Dolomiti: dal Sorapiss sono caduti 4.700 metri cubi
BELLUNO. Droni e modelli tridimensionali per studiare i crolli nelle Dolomiti. Ieri in Prefettura il professor Marco Dubbini dell'università di Bologna ha presentato i risultati dello studio fatto dopo i distacchi sul Sorapiss, franato in maniera consistente fra il 30 settembre e il 1° ottobre.
La raccolta e elaborazione dei dati ha permesso di valutare il volume del distacco, che è stato di 4700 metri cubi. I rilievi sono stati fatti con un drone e la tecnologia ha grandi potenzialità: la si potrebbe usare, risorse permettendo.
«Queste tecnologie sono molto utili», ha confermato il vice comandante del corpo forestale dello Stato, Isidoro Furlan. «Serve un'analisi veloce e attendibile dei fenomeni, noi con questa collaborazione con l'università di Bologna abbiamo lanciato un segnale, ora spetta ad altri fare un piano di sviluppo». E mettere le risorse per portarlo avanti. Le potenzialità del sistema messo a punto dal team del professor Dubbini sono state evidenziate anche dal prefetto Giacomo Barbato: «I droni permettono di lavorare in sicurezza e di avere dati precisi», ha detto.
La precisione è tale che nelle immagini si vedono i contorni di ogni pietra, perché sui droni vengono montate fotocamere in grado di scattare immagini ad alta definizione. «Il nostro scopo», ha spiegato Dubbini, «è proporre queste nuove tecnologie attraverso una sperimentazione che ci ha portati a costruire un modello tridimensionale della zona soggetta al fenomeno di distacco». Il Sorapiss è stato fotografato il 28 ottobre. Il drone utilizzato ha effettuato tre voli sul corpo di frana: «Non è stata coperta tutta per ragioni di sicurezza», ha precisato Dubbini. «C'erano continui distacchi rocciosi e volevamo evitare che un sasso lo colpisse». Le immagini sono state acquisite ad un'altezza costante di 50 centimetri dal suolo, sono state scattate con frequenza di una foto al secondo e sono ad altissima risoluzione. Quindi i dati sono stati processati ed è stato elaborato il modello 3D della montagna. Il problema, a quel punto, è stato capire quanto materiale si fosse staccato dal Sorapiss. Serviva un modello precedente del monte, ma quello digitale fatto dalla Regione nel 2006 ha un'accuratezza ben diversa rispetto a quella che si ottiene con le nuove tecnologie.
È stato difficile comparare i due modelli, ma alla fine si è giunti ad una stima attendibile: fra il 30 settembre e il 1° ottobre si sono staccati dal Sorapiss circa 4700 metri cubi di materiale. La sperimentazione mostra l'utilità dei droni: «Con questi mezzi si possono raggiungere aree non accessibili e a costo molto più contenuto rispetto a quello che ha far volare un elicottero», ha concluso Dubbini. «Inoltre il sorvolo viene fatto in sicurezza, perché non c'è pilota a bordo. Puntiamo molto su collaborazioni come questa avviata dal Cfs per far conoscere le nuove tecnologie».
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