Frane sulle Dolomiti, l'appello del vescovo Andrich: «Non abbandonate la montagna»
SAN VITO. «Non abbandonate San Vito, non abbandonate la montagna»: il vescovo di Belluno e Feltre Giuseppe Andrich sceglie una preghiera di Papa Francesco per lanciare un accorato appello alle istituzioni affinché le parole dei giorni scorsi non rimangano pura retorica ma si tramutino presto in un aiuto concreto alla gente di questi luoghi feriti: «I poteri forti, i possessori del denaro non devono cedere all’indifferenza ma dimostrare vicinanza» ha detto Andrich nel corso della funzione religiosa in suffragio delle vittime del Ru Secco tenutasi ieri sera in una chiesa parrocchiale di San Vito e Modesto gremita.
Tra la gente spiccavano le divise colorate dei soccorritori che in questi giorni hanno lavorato giorno e notte per riportare San Vito alla normalità, mentre al fianco del sindaco De Bon sedevano il sindaco di Vodo Domenico Belfi ed il vicesindaco di Borca Giuseppe Belfi a testimoniare vicinanza e partecipazione davanti ad un problema che non riguarda solo San Vito ma l’intera val Boite.
Il parroco di San Vito don Riccardo ha aperto la celebrazione accomunando le tre vittime del Ru Secco dai nomi «stranieri e sconosciuti» a quelle che negli anni addietro hanno funestato la storia di questi luoghi: «Balvin, Dirk e Christiane meritano la stessa partecipazione che la nostra comunità ha avuto per Giovanna e Adriano vittime della frana di Cancia nel 2009 o di Alberto e Aldo angeli del Pelmo nel 2011».
Concetto ripreso e ampliato dal vescovo Andrich che ha voluto ricordare anche le quattro vittime dell’elicottero del Suem precipitato a Rio Gere del 2009 Dario, Marco, Fabrizio e Stefano: «Ognuno di loro ha una storia diversa ma sono tutte vittime della montagna ed il nostro pensiero questa sera va a loro». Nel corso della messa voluta dall’amministrazione comunale di San Vito come ha confermato il vicesindaco Andrea Fiori (“un gesto di partecipazione piccolo nella forma ma molto sentito”), le attività commerciali del paese hanno abbassato le serrande in segno di lutto mentre ancora Andrich, che ha celebrato la funzione insieme al vescovo di Padova Antonio Mattiazzo, ha rimarcato le qualità della gente di San Vito «oggi preoccupata di salvaguardare le bellezze di questo posto mettendo in campo le caratteristiche più apprezzate come accoglienza, ospitalità e gentilezza, peculiarità che neanche una tragedia così grande potrà mai mettere in secondo piano. Intendo esprimere la mia fiducia dicendo che San Vito tornerà a brillare molto presto e con essa tutta la Val Boite».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi