Frode fiscale da 700 mila euro: denunciati tre imprenditori feltrini

La Finanza scopre fatture false per risparmiare Iva per oltre 140 mila euro 

FELTRE. Merce “fantasma” sugli scaffali di una ditta di riparazione di macchinari e false sponsorizzazioni sportive da parte di altre due aziende facendo ricorso all'annotazione di costi fittizi, tutto sottratto a tassazione. È un giro d'affari di centinaia di migliaia di euro quello che ha portato alla luce la Guardia di Finanza, smascherando da inizio anno fatture false per più di 700 mila euro, con indebito risparmio di Iva per oltre 140 mila euro al termine di una maxi operazione conclusa con tre imprenditori feltrini denunciati per frode fiscale. Si tratta di realtà operanti nel settore della riparazione di macchinari, fabbricazione di minuteria metallica e dell'occhialeria, coinvolte in movimenti di denaro irregolari attraverso fatture emesse per operazioni inesistenti, che le fiamme gialle bellunesi hanno scoperto dopo aver passato al vaglio l'attività contabile con particolare attenzione negli ultimi mesi.

Le indagini sulla società impiegata nel comparto della riparazione di macchinari scattano quando i finanzieri della tenenza di Feltre rivelano, nel corso di un'altra verifica fiscale, la gestione anomala del magazzino. Dalla Guardia di Finanza vengono riscontrati carichi di merce fantasma e i successivi accertamenti consentono di risalire a vari fornitori lombardi nel settore dei materiali ferrosi che si rivelano vere e proprie “cartiere”, ovvero imprese esistenti solo formalmente, create ad hoc per l'emissione di documenti fiscali fittizi, di fatto non operative e completamente prive di strutture produttive. In poche parole realtà di facciata, che diventano uno strumento in mano alle organizzazioni dedite alle frodi fiscali.

Il meccanismo utilizzato è un gioco di specchi: tali imprese si limitano all'emissione di finte fatture per operazioni inesistenti allo scopo di generare costi fittizi e Iva a credito, a favore delle società destinatarie delle fatture stesse come nel caso specifico della ditta feltrina. Stesso stratagemma contabile dell'annotazione dei costi fittizi anche per le altre due aziende, questa volta però costituiti da false sponsorizzazioni sportive. Qui le indagini hanno portato a individuare due soggetti residenti in provincia di Vicenza che hanno emesso in favore delle società feltrine fatture per operazioni di sponsorizzazione calcistica e nel rally, mai veramente sostenute. Rilevante l'illecito vantaggio che i tre imprenditori hanno conseguito ai danni dell'erario in seguito alla frode finanziaria: l'annotazione di costi in realtà mai sostenuti con conseguente abbattimento dei ricavi da sottoporre a tassazione e la creazione di Iva a credito che non spettava loro. Per questo gli amministratori delle società feltrine sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per i reati tributari previsti dalla legge: evasione fiscale e utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti. I medesimi ingegnosi meccanismi di evasione erano già stati scoperti dalle fiamme gialle nel 2011, quando furono pizzicati altri sei imprenditori disonesti, denunciati per frode dopo aver annotato fatture false per circa 1 milione 400 mila euro, più 300 mila euro circa di Iva.

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