Fuga di monossido, cinque intossicati
ALANO DI PIAVE. Un vaso di terracotta trasformato in una sorta di stufetta per alzare di qualche grado la temperatura nella camera delle bambine. Poteva finire malissimo per una famiglia senegalese residente in centro ad Alano di Piave, rimasta intossicata dal monossido di carbonio sprigionato da quel braciere improvvisato. Il bilancio finale dice di due ragazzine di 13 e 11 anni trasportate e ricoverate a Mestre dove sono state sistemate nella camera iperbarica per superare gli effetti dell'intossicazione. Fortunatamente il capo famiglia si è accorto in tempo che qualcosa non andava con le piccole che dormivano nella loro cameretta e ha chiamato il 118. Era da poco passata l'una di notte. L'operatore si è fatto descrivere i sintomi e la situazione ambientale ed ha subito intuito cosa poteva essere successo.
È stata subito inviata un'ambulanza in via San Francesco dove la famiglia, trapiantata da tanti anni ad Alano di Piave, abita in affitto al primo piano di un edificio di proprietà di alanesi emigrati in Francia. Contestualmente sono stati allertati i carabinieri di Feltre e i vigili del fuoco, a loro volta informati di quello che stava accadendo. I primi a giungere sul posto sono stati i militari della stazione di Quero, i quali una volta all'interno dell'abitazione hanno fatto aprire tutte le finestre, mentre i sanitari, giunti a ruota si prendevano cura dei componenti dell'intero nucleo familiare.
A destare le maggiori preoccupazione sono state le due figlie che dormono assieme in una camera. Qui era posizionata questa stufetta improvvisata, con un vaso di terracotta dove erano state posizionate delle braci, che evidentemente hanno cominciato a “mangiarsi” l'ossigeno presente nel locale sprigionando il temibile monossido di carbonio. Segni di intossicazione più leggeri per gli altri tre componenti, portati tutti comunque al pronto soccorso di Feltre. Le due ragazzine, dopo un primo trattamento medico all'ospedale Santa Maria del Prato, sono state trasferite a Mestre per essere sistemare in camera iperbarica, dove sono state sottoposte ad alcuni cicli per riossigenare il sangue ed eliminare le tracce dell'intossicazione.
I vigili del fuoco di Feltre si sono occupati di bonificare i locali. Con un rilevatore multicanale hanno campionato l'aria all'interno della casa con la conferma che si era attivato un processo di saturazione da monossido, fortunatamente limitato per il quantitativo ridotto di braci e per la prontezza del padre di famiglia che si è accorto in tempo che qualcosa non andava. È stato lui stesso a telefonare permettendo ai soccorsi di intervenire prima che situazione potesse precipitare. Mamma e papà sono stati curati direttamente in pronto soccorso per essere poi dimessi in mattinata. La donna è rimasta comunque in osedale per seguire il decorso del figlio che ha trascorso la giornata in osservazione in pediatria. Il livello di intossicazione infatti, non ha richiesto per lui camera iperbarica, ma le necessarie terapie nel reparto del Santa Maria del Prato.
Roberto Curto
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi