Fuga finita: Calatafimi si consegna

Il 57enne si è costituito ai carabinieri. La polizia esegue il fermo
La volante della polizia parcheggiata nei pressi del pub. Le forze dell’ordine sono arrivate in gran numero per ricostruire la vicenda e iniziare la caccia di Calatafimi
La volante della polizia parcheggiata nei pressi del pub. Le forze dell’ordine sono arrivate in gran numero per ricostruire la vicenda e iniziare la caccia di Calatafimi
BELLUNO.
«Ho bisogno di parlare con il maresciallo... vorrei costituirmi».  Fuga finita dopo cinque giorni da quel 15 novembre in cui sparò al «rivale» in amore: Angelo Calatafimi, 57 anni, originario di Reggio Calabria, ma dal 1970 in provincia di Belluno, si è consegnato a polizia e carabinieri che ormai gli avevano teso la rete attorno tanto da farlo sentire braccato.  Poco prima della mezzanotte tra venerdì e sabato il ravvedimento sulla sua condizione di fuggiasco o latitante che dir si voglia: Calatafimi ha telefonato al maresciallo dei carabinieri di Trichiana Gianni Longo, manifestando la volontà di consegnarsi alla giustizia per i fatti al pub di Mel, dove aveva ferito a colpi di pistolettate alle gambe Ivo Facchin. Già da alcune ore pare ci fossero stati i primi collegamenti con gli investigatori per capire se consegnarsi o meno. Poi la resa.  Un epilogo, quello della scorsa notte, che può apparire scontato, ma che viene invece dopo cinque giorni di indagini ferrate da parte della squadra mobile della polizia, diretta da Mauro Carisdeo, dai carabinieri della compagnia di Feltre, diretti dal capitano Antonio Cavalera, e di quelli della stazione trichianese. Indagini che hanno visto la stretta collaborazione tra polizia e Arma nella ricerca di prove e nel continuo pressare l'ambiente dove si riteneva che Calatafimi potesse muoversi. Se non si fosse consegnato spontaneamente, a giorni sarebbero stati gli investigatori ad eseguire direttamente il provvedimento di fermo disposto dall'autorità giudiziaria, del pm Simone Marcon. Erano sulle sue tracce: sapevano che si trovava in provincia.  Calatafimi è stato preso in consegna in caserma, sul posto è arrivata la polizia per l'esecuzione del fermo, e da procedura è stato chiamato il suo avvocato di fiducia Massimo Moretti per le contestazioni delle ipotesi di reato.  L'uomo non è accusato di tentato omicidio bensì di lesioni personali gravi: ha in pratica gambizzato la sua vittima, che ha una prognosi entro i 30 giorni. Dunque, seppure armato di pistola abbia esploso colpi d'arma da fuoco contro una persona, il 57enne per la procura non ha manifestato volontà di uccidere: ha sparato in basso. Seconda ipotesi di reato: porto abusivo di armi, ma visti i suoi precedenti, non era uomo da potersi presentare in questura a chiedere un regolare porto d'armi.  I reati si fermano qui e queste ipotesi consentono solo un provvedimento di fermo, tra l'altro con una flagranza scemata. E' poi caduta subito l'ipotesi di sequestro di persona: la ragazzina avrebbe dichiarato di essere salita spontaneamente sull'auto. E, altro particolare non di poco conto, non è stata ritrovata neanche la pistola usata nella sparatoria: nè pare che il 57enne abbia dato indicazioni su dove poterla trovare. Il che non ha permesso agli inquirenti di contestare l'eventuale ricettazione.  Non ci sarebbero suoi conoscenti che rischiano il reato di favoreggiamento: Calatafimi, è opinione degli inquirenti, non sarebbe stato aiutato da familiari o amici. Gli stessi inquirenti, del resto, avevano continuamente monitorato l'ambiente, lanciato appelli e tentato contatti indiretti con il ricercato, perchè lui stesso mettesse fine alla fuga.  «Consègnati, non complicare le cose»: uno degli appelli fatti «girare» non solo a Trichiana. «Sapevamo che con questo soggetto potevamo agire così», spiega il capitano Cavalera. Ma le indagini non sono finite: mancano alcuni dettagli e c'è da chiudere tutto il quadro d'inchiesta. Dall'arma sparita alla sua vita in questi 5 giorni di fuga. E Soprattutto il movente del grave episodio.  Spiegherà tutto al giudice domani, nell'udienza di convalida del fermo.

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