Fuggi fuggi generale la Provincia blocca la mobilità

Il personale chiede di trasferirsi in Regione o nei comuni «Rischiamo di restare senza professionalità interne»
BELLUNO. Il rischio è quello di trovarsi con autonomia e competenze, ma senza personale per poter affrontare le nuove sfide. È per questo che la Provincia di Belluno ha bloccato le procedure di mobilità dei dipendenti che hanno fatto richiesta di trasferimento in un altro ente pubblico, tipicamente un comune o la Regione.


Un esodo iniziato già tempo fa e che ora rischia di mettere in difficoltà palazzo Piloni. Da qui la decisione di bloccare la mobilità per qualche settimana.


«Si tratta di un provvedimento temporaneo» spiega Pier Luigi Svaluto Ferro, consigliere provinciale con delega al Personale, «perché prima di dare il nulla osta a nuovi trasferimenti abbiamo bisogno di capire quale sia effettivamente il bisogno di personale della Provincia non solo a livello di numeri ma anche di professionalità». Una ricognizione che dovrebbe concludersi in una decina di giorni e nel frattempo si stanno studiando soluzioni per incentivare e gratificare le professionalità che restano.


A trasformare il volto della Provincia sono state le leggi di carattere nazionale - in primo luogo la Delrio - che hanno fortemente ridimensionato l’ente imponendo tagli economici e riduzione del personale. Ma su Belluno agisce anche una tendenza contraria: quella di una maggiore autonomia nell’amministrazione del territorio sancita da un’apposita legge regionale e le cui speranze sono riposte anche nel referendum che proprio un questi giorni ha fatto dei passi avanti.


«Abbiamo dovuto suddividere il personale rimasto assegnandolo ai settori che svolgono le cosiddette “funzioni fondamentali” previste per legge» spiega Svaluto Ferro, «mentre il resto del personale è stato regionalizzato e Venezia lo può chiamare in qualunque momento. Molti trasferimenti ci sono già stati, soprattutto fra i dirigenti, e noi non abbiamo la possibilità di assumere personale per sostituire chi se ne va. Per questo abbiamo deciso di congelare la situazione fino a che non capiamo quale sia l’organico minimo per svolgere i compiti che ci sono assegnati. Non possiamo rischiare che ci venga detto che non abbiamo le professionalità per esercitare le competenze che chiediamo».


Martedì la Provincia ha incontrato le sigle sindacali proprio per parlare di questo tema. «Dobbiamo incentivare e gratificare le professionalità che restano» spiega il consigliere, «perché non si può preciscindere dalle competenze dei singoli».


Il “fuggi fuggi” da palazzo Piloni preoccupa le sigle sindacali. «L’organico è fortemente ridotto e si fa fatica a sostenere le funzioni dell’ente» spiega Gianluigi Dellagiacoma, segretario della Fb Cgil, «ora bisogna capire il riassetto reale alla luce di ulteriori tagli. Siamo preoccupati per la tenuta dell’ente e la battaglia per l’autonomia va fatta anche per consentire la possibilità di assumere personale. Gli amministratori sono consapevoli di questa situazione e con loro stiamo lavorando per garantire i dipendenti».


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