Fulgor Farra 1994, pazzesca rimonta

I biancorossi volarono in Prima all’ultima giornata. Canevini: «A tarda notte una partita goliardica per festeggiare»

FARRA D’ALPAGO. Prendete 9 punti di distacco dalla prima in classifica a fine girone d’andata. Metteteci un calcio che, allora, prevedeva ancora solo due punti da assegnare a chi vinceva. Insomma, il destino della Fulgor Farra nella stagione 1993-1994 appariva segnato.

Poi chiaro, i biancorossi non erano partiti con in testa l’obiettivo di vincere a tutti i costi il campionato, però la squadra era buona. In panchina sedeva il trevigiano Alberto Giacomin, uno che ha avuto la fortuna, nella sua carriera di giocatore professionista, di svolgere allenamenti pure con il Milan del “Paròn” Nereo Rocco.

Zoppè: «Dopo 25 anni, quei momenti restano»
Belluno, 12 novembre 2006, Tisoi, giocatori della formazione della Fulgor Farra stagione 2006/07. Dario Zoppè


Ma torniamo a quella che si sarebbe poi trasformata in una rimonta da mettere negli archivi della storia calcistica in Alpago. Già, perché la Fulgor riuscì ad arrivare prima, staccando di una lunghezza il Vitt 66 e di due il Cavarzano. Con tanto, come nel più epico dei racconti, di finale thrilling. La Fulgor batte l’Alpina sul proprio campo, il Vitt impatta in Auronzo. Apoteosi.

«E, seppur arrivata all’ultima giornata, si è trattato di un successo meritato», racconta l’allora giocatore Fausto Canevini. «Tra l’altro siamo passati nel giro di poco dalla Terza alla Prima, e in quegli anni mica c’erano i playoff...».

Un paese intero seguì le gesta di quei ragazzi.

«La Fulgor è sempre stata supportata con passione dai suoi concittadini. Molti giocatori poi erano della zona, e questo contribuì a creare ancor più legame con i tifosi. La domenica in tanti decidevano di spendere il proprio tempo seguendoci sui vari campi bellunesi e trevigiani».

Canevini parla poi proprio di mister Giacomin.

«Una grande persona, e soprattutto bravissimo a tenere unito il gruppo anche quando ogni speranza di primo posto appariva compromessa. Da Rocco aveva imparato una filosofia: “Prima di tutto prendere il pallone…”. Era arrivato a metà della stagione precedente in una situazione un po’critica, ma lo abbiamo seguito da subito».

Dicevamo, non furono però tutte rose e fiori in quel campionato. Tre sconfitte nel girone d’andata, tra l’altro due proprio con Vitt e Cavarzano, e parecchi infortuni. Insomma dai, neanche il più ottimista poteva credere in quello che poi si è effettivamente realizzato. Nel mercato invernale decisivo l’arrivo dell’attaccante Andrea Fano, ma durante il ritorno si crea grande solidità soprattutto dietro. Alla fine, solo 15 gol subiti in totale, mentre solo il Comelico riuscirà a strappare l’intera posta ai biancorossi. A maggio, dunque, festa.

«Ad un certo punto, in quella notte, vennero accesi i fari del campo sportivo. Neanche a dirlo, ci ritrovammo a disputare la partita più goliardica dell’anno. E adesso, approfittando di questa festa, abbiamo tanta voglia di ritrovarci».
 

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