Fumi alla Metalba, Padrin: «Un episodio che accresce i timori»
LONGARONE. Pericoli per la popolazione, da quello che risulta finora, non ce ne sono stati. Ma l’incidente di domenica mattina, con un principio di incendio che ha provocato una fuoriuscita di fumo acre dallo stabilimento Metalba, è un campanello d’allarme da non sottovalutare.
A spiegarlo è il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, all’indomani della giornata di mobilitazione che ha visto l’intervento dei vigili del fuoco, dei carabinieri e dei tecnici dell’azienda. Una mobilitazione scatenata dalla colonna di fumo denso alzatasi da un camino dello stabilimento, che ha allarmato i residenti di Fortogna e che ha avuto origine da un principio di incendio in un sacco che contiene ceneri derivate dallo smaltimento di scarti di lavorazione.
«Domenica mattina appena ho ricevuto la segnalazione ho chiamato il referente dell’azienda e i carabinieri perché si attivassero», dice il sindaco di Longarone. «Alla fine non ci sarebbero state emissioni fuori dalla norma, ma questo è un elemento tutto da verificare alla luce dei risultati delle analisi che verranno forniti, al momento è la versione dell’azienda».
«Chiaro però», dice Padrin, «che quello di domenica è un campanello di allarme, un episodio che non doveva succedere. Già le preoccupazioni della gente sono alte, perché una fonderia in mezzo ad un paese è sicuramente un problema. E questo episodio non può che aumentare le preoccupazioni dei miei concittadini».
Della Metalba e della sua presenza nell’abitato di Fortogna, d’altra parte, si discute ormai da anni a Longarone. «Con l’azienda c’è stato un percorso molto lungo», ricorda Padrin, «dalla richiesta di ampliamento poi di fatto abbandonata, quindi il cambio di proprietà e il nuovo atteggiamento più collaborativo dell’azienda. Come amministrazione comunale abbiamo chiesto alcuni interventi all’interno dello stabilimento, alcuni sono stati fatti ed altri no. Anche come Provincia abbiamo chiesto di intervenire su alcuni aspetti tecnici, questioni non più procrastinabili. Ad esempio l’impianto produttivo va sistemato dal punto di vista acustico, anche se qualcosa è stato già fatto, soprattutto per quanto riguarda le emissioni acustiche durante le operazioni di carico e scarico».
Sul fronte delle emissioni in atmosfera, dice Padrin, «l’azienda è monitorata, invia regolarmente i report sulle emissioni prodotti da un controllo automatico, e ci sono stati comunque controlli dell’Arpav. Ora attendiamo i dati su quello che è successo domenica, poi probabilmente incontreremo l’azienda stessa».
Stefano De Barba
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