Fumi e rumori nella norma, Metalba prosciolta

Longarone. La procura aveva contestato alla fonderia le emissioni in atmosfera e il disturbo ma è tutto a norma di legge
Espansione Metalba
Espansione Metalba

LONGARONE. Metalba non inquinava. E non disturbava la quiete pubblica. Dopo il loro proscioglimento, non si capisce davvero perché fossero finiti a processo i vertici dell’azienda Paolo Gasparotto e Fabrizio De Battista. Il giudice Coniglio ha terminato l’udienza di ieri mattina per getto pericoloso di cose, in questo caso emissioni nell’atmosfera di gas, vapori e fumi e disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, nel periodo compreso tra il 2009 e il 2012. Era cominciata con le questioni preliminari presentate dai difensori Novelio Furin del foro di Vicenza e Francesca Larese.

Furin ha prodotto anche una memoria per conto dell’allora amministratore unico e legale rappresentante della società per azioni (precedente alla Metalba Aluminium), che a Longarone aveva la fonderia e a Bassano del Grappa la sede e lo stabilimento produttivo. Nel capo d’imputazione, la procura della Repubblica osservava che le emissioni di acido cloridrico e fluoridrico, diossina, piombo e polveri sottili non superavano i limiti fissati dalla normativa. E il reato starebbe semmai nel fatto che complessivamente le emissioni costituivano un rischio per la popolazione. Ma a sentire il difensore nessuno ha dimostrato che queste abbiano superato i parametri di legge. Nel caso specifico, i valori previsti sono stati rispettati.

La seconda accusa era quella di provocare rumori tali da disturbare il riposo delle persone che vivono dei pressi della struttura con l’attivazione del forno, il passaggio di grossi camion e le operazioni di carico e scarico di pezzi metallici. Ma l’inquinamento acustico provocato da mestieri rumorosi può essere al massimo un illecito amministrativo e non una contravvenzione di disturbo della quiete pubblica. La condotta contestata era legata esclusivamente all’attività professionale e, comunque, nel rispetto della disciplina in materia.

Larese ha rincarato, associandosi per quanto riguarda le emissioni e portando un paio di esempi per il disturbo: sarebbe come punire una discoteca, che chiude regolarmente, ma si ritrova nei guai, perché all’esterno i suoi frequentatori si mettono a cantare. E comunque dev’essere difficile trovare sul mercato un tornio silenzioso. Entrambi i difensori hanno chiesto una sentenza immediata di proscioglimento. Il pubblico ministero Rossi ha cercato di sostenere lo stesso l’accusa, sottolineando soprattutto il fatto che era la combinazione delle diverse sostanze a creare dei problemi alla salute dei longaronesi, ma a distanza di un’oretta dalle richieste delle parti il giudice Coniglio ha pronunciato davvero una sentenza di non doversi procedere, sia per Gasparotto che per De Battista. I due sono usciti puliti dalla vicenda.

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