Funamboli sulla diga, Longarone protesta
Fa discutere la performance realizzata a fine novembre per girare un video Don Bernardi: «È diventato un palco». Coletti: «Si va mistificando la memoria»
LONGARONE . La comunità longaronese non ha gradito l’esibizione acrobatica sulla diga del Vajont.
Il 24 novembre si è svolta una performance con atleti di sport estremi che sono stati sospesi in equilibrio su una “highline”, una corda appesa alle estremità della diga.
L’evento, denominato “Xtreme Days” e sostenuto della Regione Friuli, è stato realizzato per un video promozionale degli sport estremi in Friuli.
Molti superstiti e autorità longaronesi ritengono che questa performance sia stata decisamente poco opportuna per via della simbologia tragica del luogo. «Potevano sicuramente scegliere un posto migliore per fare una cosa del genere – è il commento del sindaco di Longarone Roberto Padrin – non è certo stata una bella cosa perché il Vajont deve essere rispettato».
«Il dramma vero è un altro – è l’amaro ragionamento del parroco don Gabriele Bernardi – noi ormai abbiamo fatto di Longarone un teatro a partire dagli anni dopo lo spettacolo di Marco Paolini. Ogni stupidaggine va a trovarsi un suo palcoscenico, perché in fondo queste persone sono proprio andate in cerca di questo perché andare a fare queste cose sulla diga “fa notizia”. Se questi atleti fossero andati a fare le loro esercitazioni con relative riprese da qualche altra parte certo non avrebbero avuto questo riscontro».
«Quindi – continua il sacerdote – è triste che i luoghi della memoria siano praticamente diventati un palcoscenico. Ma in fondo la colpa è anche nostra, direi anche degli stessi longaronesi, perché in questi anni si è ingigantita la questione del Vajont a livello mediatico nazionale continuando sempre di più a crearne una crescente spettacolarizzazione. Oggi tutti dicono la loro e si sentono in dovere di parlare del Vajont, alcuni anche a sproposito, e così ne raccogliamo i frutti».
Durissimo il commento del Comitato sopravvissuti del Vajont. «Che dire – scrive la referente Micaela Coletti – oltre a Gardaland con bandierine colorate e palloncini, sinonimo di bellezza, e felicità su in diga, ora arrivano al punto di aggiungere anche il circo con equilibristi e funamboli. Ora forse arriveranno anche gli elefanti? Ma chi è quello sconsiderato che ha potuto dare il permesso a questa serie di nefandezze in un luogo che è sacro? Tutto per quattro soldi?»
«Ma quando si renderanno conto – continua Coletti – di quello che fanno, di come stanno sporcando, sottovalutando e mistificando la memoria della tragedia? O forse pensiamo che si onorino le vittime solo il 9 ottobre girando con la fascia tricolore e la faccia contrita per dare dignità a coloro che sono morti e a coloro che dopo 54 anni stanno ancora piangendo la loro morte e la mancanza di giustizia?».
Sui social network le posizioni invece si dividono tra chi condivide l’idea di non utilizzare un luogo così simbolico e chi dice che può invece essere una ulteriore promozione della memoria che non reca danno in quanto semplice attività sportiva.
Enrico De Col
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